I futuri tassi di interesse scendono nuovamente in un’altra sessione segnata da aggiustamenti
I tassi DI sono scesi nuovamente questo venerdì (3), in quella che è stata la seconda sessione di negoziazione del 2025, con scarsa liquidità e la mancanza di nuove notizie e dati economici nello scenario interno che consentano nuovi aggiustamenti ai premi di rischio del paese, sulla scia del le correzioni di ieri.
A fine pomeriggio il tasso DI (Deposito Interbancario) per gennaio 2026 era pari al 15,07%, rispetto al 15,191% dell’aggiustamento precedente. Il tasso contrattuale per gennaio 2027 è stato pari al 15,495%, rispetto all’adeguamento del 15,706%.
Tra i contratti più lunghi, il tasso di gennaio 2029 era del 15,34%, rispetto al 15,548% dell’aggiustamento precedente, e il contratto di gennaio 2031 aveva un tasso del 15,06%, rispetto al 15,257% precedente.
Gli investitori hanno approfittato delle prime sessioni di quest’anno, caratterizzate da un’agenda macroeconomica vuota, per correggere potenziali esagerazioni nei prezzi di vari asset, compresi i futuri tassi di interesse, con alcuni di essi che hanno accumulato più di 500 punti base di guadagni nel 2024.
Come il giorno precedente, l’aggiustamento è stato vigoroso, riducendo i tassi di alcuni contratti di oltre 20 punti base, il che rafforza l’esistenza di spazio per una caduta dei premi di rischio del paese.
“Oggi stiamo vivendo una correzione… Continuiamo con un’agenda macroeconomica molto vuota. Senza indicatori rilevanti, il mercato continua a mantenere questa posizione rispetto agli asset”, ha affermato Henrique Cavalcante, analista di Empiricus Research.
Gli analisti sottolineano, tuttavia, che i fattori interni ed esterni che hanno sostenuto i futuri aumenti dei tassi nell’anno precedente dovrebbero tornare al centro dell’attenzione degli investitori nelle prossime settimane, una volta rilasciati nuovi dati e notizie.
Sul piano interno, il mercato nutre ancora dubbi sull’impegno del governo nel risanamento dei conti pubblici, accentuatosi dopo l’annuncio da parte dell’Esecutivo di un progetto di riforma dell’imposta sul reddito a novembre, che ha oscurato la presentazione delle attese misure di contenimento della spesa.
Anche dopo l’approvazione dei progetti fiscali del governo al Congresso e il rinvio del dibattito sulla riforma dell’IR, gli operatori finanziari hanno indicato che saranno ancora necessarie ulteriori iniziative per garantire una traiettoria sana per il debito pubblico.
Anche la Banca Centrale ha segnalato che stringerà ulteriormente il tasso Selic, avendo indicato altri due aumenti di 1 punto percentuale nelle prossime due riunioni, dopo aver alzato il tasso di 1 punto, al 12,25% annuo, a dicembre.
All’estero, gli elevati rendimenti dei titoli del Tesoro sono stati anche un fattore determinante per gli alti livelli di interesse futuri in Brasile, con i mercati globali che hanno ridotto le aspettative sui tagli dei tassi di interesse da parte della Federal Reserve, mentre l’economia statunitense ha mostrato segni di resilienza.
In uno dei pochi comunicati economici di questo venerdì, l’indagine PMI sull’industria statunitense, pubblicata dall’Institute for Supply Management (ISM), il settore industriale del paese ha presentato a dicembre un risultato migliore di quanto previsto in un sondaggio Reuters: 49,3 contro la proiezione di 48.4.
Il risultato ha rafforzato la percezione della forza dell’economia e ha ulteriormente consolidato le scommesse secondo cui la banca centrale americana dovrebbe scegliere di mantenere alti i tassi di interesse nelle prossime riunioni.
“Il PMI ha mostrato ancora una volta che il mercato sottovaluta la forza dell’economia nordamericana… Un’economia più forte e più resistente del previsto richiede, come ha già detto la Fed, un tasso di interesse elevato”, ha affermato Cavalcante.
I mercati hanno inoltre previsto che il nuovo governo di Donald Trump, che ha promesso misure considerate inflazionistiche, come tagli fiscali e imposizione di tariffe, dovrebbe rafforzare ulteriormente lo scenario di tassi di interesse elevati per un periodo di tempo più lungo.
Il rendimento dei titoli del Tesoro a due anni – che riflette le scommesse sulla direzione dei tassi di interesse a breve termine – è aumentato di 3 punti base, al 4,281%.
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