Bolsonaro dovrà affrontare procedimenti più severi nell’STF nel 2025
Se le principali indagini contro l’ex presidente Jair Bolsonaro si sono concluse nel 2024, nel 2025 dovrà iniziare ad affrontare le fasi più difficili del procedimento presso la Corte Suprema Federale (STF). Tra i ministri, si prevede che quest’anno o all’inizio del prossimo venga denunciato dalla Procura generale per un presunto tentativo di colpo di stato e cominci a rispondere come imputato del delitto davanti alla stessa Corte.
Dopo l’incriminazione di Bolsonaro da parte della Polizia Federale, alla fine di novembre, la Procura Generale (PGR) ha lavorato per denunciare il caso. Il procuratore generale della Repubblica, Paulo Gustavo Gonet Branco, ha già segnalato, in recenti manifestazioni, che esistono prove sufficienti della materialità e della paternità dei crimini di tentato colpo di stato e di abolizione violenta dello Stato di diritto democratico, nonché come organizzazione criminale.
Il 10 dicembre, manifestando a favore dell’arresto preventivo del generale Walter Braga Netto, sospettato di aver approvato un piano per uccidere il ministro Alexandre de Moraes e di aver esercitato pressioni sui militari affinché aderissero alla rottura alla fine del 2022, Gonet ha ritenuto che esistessero “significative elementi relativi a condotte illecite”.
“La rappresentazione [pedido de prisão de Braga Netto] ha apportato significative informazioni sulle condotte illecite degli imputati ed ha evidenziato la gravità degli atti compiuti, i cui sviluppi hanno rivelato, ad oggi, l’esistenza di un’organizzazione criminale responsabile di eccessivi attacchi alle autorità, al sistema elettorale e alle istituzioni pubbliche, attraverso l’ottenimento clandestino di dati sensibili, un controllo indebito, la diffusione di notizie false (fake news) e attraverso l’uso sfrenato della struttura statale, anche per attentare alla vita delle autorità appartenenti all’Esecutivo e Magistratura”, ha affermato.
Dopo la presentazione della denuncia, Alexandre de Moraes – relatore del caso – convocherà gli avvocati di Bolsonaro e quelli degli altri imputati per presentare una difesa preliminare, in cui potranno contestare le accuse. Successivamente fisserà una sessione con il Primo Panel della STF – composto da lui, Cármen Lúcia, Cristiano Zanin, Luiz Fux e Flávio Dino – per analizzare il brano.
Se la maggioranza ritiene che vi sia coerenza nella denuncia, si apre un procedimento penale in cui gli imputati iniziano a rispondere in qualità di imputati. Durante tutto il processo, potranno presentare testimoni della difesa, presentare prove di innocenza e cercare di smantellare legalmente le accuse.
Bolsonaro e la sua difesa hanno affermato di aver discusso, alla fine del 2022, solo delle misure previste dalla Costituzione, come lo stato d’assedio o la difesa, e di non aver mai autorizzato alcuna azione coercitiva per impedire l’insediamento del presidente Luiz Inácio Lula da Silva (PT). Al contrario, ha reso possibile la transizione del governo e ha nominato comandanti delle Forze Armate scelti dai membri del PT.
Per la Corte Suprema, il fatto più concreto per denunciare Bolsonaro, il personale militare e gli ex consiglieri continua ad essere la manifestazione dell’8 gennaio 2023, quando i sostenitori hanno invaso e vandalizzato gli edifici delle sedi della STF, del Congresso e del Palácio do Planalto.
Sebbene Bolsonaro e il suo gruppo politico riaffermino che gli atti di vandalismo non sono mai stati un tentativo di colpo di stato né avrebbero potuto deporre Lula, i ministri della STF hanno già raggiunto il consenso sul fatto che si sia trattato di un tentativo di rottura istituzionale. La tesi è che si volesse provocare l’intervento delle Forze Armate nella successione presidenziale, come ultimo tentativo di ribaltare il risultato elettorale.
Le condanne dei manifestanti, alcune delle quali già divenute definitive, dimostrano, secondo i ministri, che i crimini contro la democrazia si sono concretizzati. Per denunciare Bolsonaro, Gonet dovrà però dimostrare di aver agito per mantenere la mobilitazione dei sostenitori davanti al quartier generale dell’esercito, a Brasilia, e di aver permesso ai militari di pianificare e iniziare a realizzare azioni per arrestare o uccidere Moraes, Lula e il vice Geraldo Alckmin.
Altre accuse contro Bolsonaro
Oltre alle accuse riguardanti il presunto tentativo di colpo di stato, Bolsonaro deve affrontare anche accuse legate alla falsificazione della sua tessera vaccinale e all’appropriazione di doni ricevuti mentre era presidente. Queste sono accuse più deboli e più semplici da smontare. Tuttavia, non vi è alcuna volontà da parte dei ministri della STF di facilitare la valutazione dei casi.
Nel corso del 2024, man mano che crescevano le accuse del PF contro Bolsonaro, i ministri cominciarono a rilasciare dichiarazioni sul caso, sottolineandone sempre la gravità. A ciò ha contribuito il ricordo, tra questi, dell’animosità promossa da Bolsonaro contro la Corte.
Per i ministri, l’ex presidente è il principale responsabile dell’indignazione popolare che si è intensificata negli ultimi anni contro la Corte. Per loro, le offese e le minacce rivolte ai ministri sono il risultato dei discorsi di Bolsonaro durante il suo mandato.
In campo politico, Bolsonaro e il suo gruppo stanno ancora lavorando per approvare un’amnistia per i manifestanti dell’8 gennaio 2023 al Congresso. All’interno di questo piano c’è la possibilità di eliminare le accuse contro l’ex presidente.
L’iniziativa, però, ha incontrato difficoltà ad avanzare alla Camera e i ministri della STF hanno già affermato che potrebbero dichiarare incostituzionale una legge in questo senso. Esiste già un precedente: nel 2022, la STF ha annullato la grazia concessa da Bolsonaro all’ex deputato Daniel Silveira, anch’egli condannato per aver minacciato la STF.