Han Duck-soo: La crisi in Corea del Sud si aggrava con la destituzione del presidente che ha sostituito il leader che aveva dichiarato la legge marziale | Internazionale
Il caos politico continua ad affliggere la Corea del Sud. Dopo la destituzione, due settimane fa, del presidente Yoon Suk-yeol, l’uomo che il 3 dicembre ha promulgato nel paese la legge marziale per sei ore e ha scatenato la più grande crisi istituzionale dell’era democratica, l’Assemblea nazionale (Parlamento) ha votato venerdì un mozione contro il presidente ad interim, il primo ministro Han Duck-soo, che lo aveva sostituito nella carica. L’opposizione, che controlla la Camera, accusa Han di “complicità” e “insurrezione” per aver rifiutato di approvare le nomine dei nuovi giudici della Corte costituzionale, l’organo su cui ora spetta la decisione se reintegrare o deporre definitivamente Yoon. È la prima volta che la nazione asiatica approva l’avvio di un processo politico contro un leader ad interim. Sarà sostituito da Choi Sang-mok, attuale ministro delle Finanze e prossimo membro del gabinetto nella linea di successione presidenziale.
Dal 14 dicembre Han, membro del Partito del Potere Popolare (PPP), al potere, è capo di Stato e di governo. Poiché la Corea del Sud non aveva mai rimosso dall’incarico un presidente in carica, non c’erano precedenti sul fatto che tale voto dovesse essere approvato da due terzi del Parlamento (necessario nel caso di tentativo di rimuovere un presidente) o se la maggioranza fosse sufficiente. .semplice (come accade quando si tratta di licenziare un primo ministro). L’ultima parola è toccata al presidente dell’Assemblea, Woo Won-shik, del Partito Democratico (PD), all’opposizione, il quale ha deciso che la metà dei 300 seggi parlamentari erano sufficienti. Il suo annuncio ha provocato la protesta dei legislatori conservatori, che hanno circondato per diversi minuti la tribuna dalla quale Woo presiede e hanno denunciato a gran voce che il Parlamento stava per diventare una “tirannia”. Senza la partecipazione dei membri del PPP, la mozione è passata con 192 voti dell’opposizione.
“Rispetto la decisione dell’Assemblea nazionale e, per non aumentare la confusione e l’incertezza, sospenderò le mie funzioni in conformità con le leggi pertinenti e aspetterò la pronta e saggia decisione della Corte costituzionale”, ha affermato Han in una dichiarazione raccolta da l’agenzia di stampa sudcoreana Yonhap.
Il PD, che detiene la maggioranza parlamentare, aveva minacciato da martedì di presentare una mozione di impeachment contro Han se non avesse ratificato le nomine dei tre magistrati che dovranno occupare i seggi vacanti della Corte Costituzionale. Giovedì Han ha annunciato che non lo farà finché il PPP e il PD non avranno raggiunto un accordo sui tre profili, insistendo sul fatto che è giusto che ciascun partito presenti un candidato e si accordi sul terzo. La più alta corte della Corea del Sud dovrà stabilire entro giugno se Yoon abbia violato o meno la Costituzione dichiarando lo stato di emergenza e se renda definitiva la sua destituzione. Se i tre posti vacanti non vengono coperti, i sei avvocati che attualmente occupano posti nell’istituzione devono approvare all’unanimità il licenziamento perché sia definitivo.
“In tempi di guerre commerciali globali e di emergenze nazionali, l’assenza di una torre di controllo per gli affari di Stato causerebbe gravi danni alla credibilità del nostro Paese, all’economia, alla sicurezza nazionale e alla continuità della governance”, ha avvertito Choi, il nuovo presidente ad interim, prima che il Parlamento votasse a favore delle dimissioni di Han. I suoi avvertimenti non sono serviti a invertire il piano della maggioranza dell’opposizione. “L’unico modo per riportare la normalità nel Paese è sradicare rapidamente tutte le forze insurrezionali”, aveva contrattaccato il leader del PD Lee Jae-myung. Il won sudcoreano è crollato questo venerdì al valore più basso degli ultimi 16 anni rispetto al dollaro statunitense.
La proclamazione della legge marziale, per la prima volta dal 1980, ha provocato un terremoto a Seul che mette ulteriormente a dura prova i rapporti tra i due principali partiti politici, il liberale PD e il conservatore PPP, immersi in una nuova e intensa battaglia. L’opposizione sta cercando di garantire al più presto la destituzione definitiva di Yoon in modo che si possano indire elezioni presidenziali anticipate, nelle quali i sondaggi danno il PD chiaramente favorito. Il PPP, dal canto suo, cerca di ritardare il processo in tempo, vista la possibilità che la Corte Suprema possa presto ratificare una sentenza per violazione della legge elettorale che grava sul leader dei liberali.
Incertezza
La Corea del Sud è immersa nell’incertezza da quando, la notte del 3 dicembre, Yoon Suk-yeol ha sorpreso il mondo dichiarando la legge marziale. L’annuncio ha ravvivato in molti il ricordo di un oscuro passato militare che grava su quella che oggi è considerata una delle democrazie più solide dell’Asia. Il presidente ha giustificato la decisione accusando l’opposizione di controllare il Parlamento, di impegnarsi in attività antistatali e di simpatizzare con la Corea del Nord. La misura estrema è stata immediatamente accolta con il rifiuto della maggioranza dei politici dell’opposizione e del suo stesso partito. L’Assemblea è riuscita a mettervi fine nelle ore successive grazie ad una votazione straordinaria tenutasi all’alba mentre i militari, eseguendo gli ordini del Capo dello Stato, tentavano di accedere all’aula e di interrompere la seduta.
Nei giorni successivi i cittadini sono scesi in piazza con numerose proteste e pellegrinaggi alle sedi del potere sudcoreano, mentre l’opposizione cercava di forzare la caduta di Yoon e il governo cercava di contenere la tempesta. L’iniziativa per rovesciare il capo dello Stato è andata avanti al secondo tentativo, dopo che il suo partito aveva boicottato la prima votazione.
La Corte Costituzionale ha tenuto, sempre questo venerdì, la prima udienza preparatoria al processo di impeachment contro Yoon. L’imputato ha finora rifiutato di nominare un team legale per la sua difesa. Il politico sudcoreano, ex procuratore generale del suo Paese, ha respinto le accuse di insurrezione che gli sono state mosse e ha difeso il suo operato come un “atto di governo” di fronte a quello che considera un abuso di potere legislativo da parte del opposizione. Se la Corte Costituzionale approverà definitivamente la sua destituzione, entro 60 giorni dovranno essere indette nuove elezioni.