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L’Ungheria ha aperto le porte a russi e bielorussi: per gli esperti si tratta di una grave minaccia alla sicurezza!

I cittadini di Russia e Bielorussia possono venire in Ungheria dall’8 luglio per entrare legalmente nel mercato del lavoro con la cosiddetta carta nazionale. Questo è stato sottolineato da forbes.hu giovedì, secondo cui il governo ungherese ha così spalancato la porta della sicurezza di Schengen. Il corrispondente della TASR a Budapest riferisce. Il server ha parlato con l’esperto di Russia András Rácz dell’importanza dei lavoratori ospiti dalla Russia in termini di sicurezza nazionale.

I cittadini di Paesi terzi (non UE) possono lavorare in Ungheria sulla base di una sorta di permesso di soggiorno o di una cosiddetta carta nazionale. Non si tratta di un sistema nuovo: già prima dell’8 luglio, un gran numero di cittadini ucraini e serbi sono arrivati in Ungheria e sono stati autorizzati a farlo con una carta nazionale. Dopo la Bosnia-Erzegovina, la Macedonia settentrionale, la Moldavia, il Montenegro, la Serbia e l’Ucraina, anche i cittadini di Russia e Bielorussia possono ora venire a lavorare legalmente in Ungheria.

Ci sono diverse differenze importanti tra lo status di lavoratore ospite e la carta nazionale. Nel caso della carta nazionale, non è previsto un numero massimo annuale di lavoratori stranieri. Il titolare di una carta nazionale non conta ai fini del limite di 60.000 lavoratori stranieri all’anno, né vi è alcuna restrizione occupazionale in relazione ad essa. La carta nazionale può essere richiesta per la prima volta per due anni, ma può essere rinnovata praticamente all’infinito.

L’istituto della carta nazionale è stato introdotto dal governo ungherese a causa delle sanzioni imposte alla Russian International Investment Bank, il cui personale russo godeva di una serie di benefici, tra cui l’immunità diplomatica e l’esenzione fiscale. L’anno scorso la banca è stata inserita nell’elenco delle sanzioni degli Stati Uniti.

Secondo Rácz, un certo numero di russi può ora rientrare in Ungheria, e quindi in Schengen, senza alcuna giustificazione o controllo. L’esperto vede in questa apertura del mercato del lavoro una seria minaccia alla sicurezza nazionale.

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Luca

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