Il turismo supera i valori pre-pandemici e ancora una volta contribuisce per il 12% al PIL e all’occupazione in Spagna | Economia
Aggiungere e proseguire per il settore turismo. Il ritorno dei visitatori in Spagna, così come la straordinaria ripresa dell’attività quando si è allontanata la memoria della pandemia, erano realtà note da molto tempo. Ma restava da vedere come ciò si traducesse nella realtà macroeconomica del Paese. E questo giovedì l’Istituto Nazionale di Statistica (INE) ha dimostrato che questa attività rappresentava quasi il 12% dell’occupazione totale nel 2023 e che superava quella percentuale nel contributo al PIL. In altre parole, il gap aperto dal Covid si è definitivamente colmato e il settore è tornato allo stato in cui si trovava prima dell’arrivo dei confinamenti e delle restrizioni alla mobilità che hanno stravolto tutto.
Il turismo straniero in Spagna ha vissuto un ciclo virtuoso iniziato nel 2012 e raggiunto il suo apice nel 2019, dopo sette anni di crescita consecutivi. In quel periodo siamo passati da 57,7 milioni di viaggiatori nel 2012 a 83,7 milioni nel 2019, con un incremento medio annuo di 3,7 milioni di visitatori. Tutto ciò ha dato impulso al contributo delle diverse attività turistiche al PIL spagnolo fino a raggiungere il suo picco nello stesso anno, con un contributo di 154.487 milioni di euro, il 12,4% del PIL totale, e un contributo di 2,72 milioni di posti di lavoro lavoro all’occupazione, il 12,9% del totale. La pandemia e i suoi effetti devastanti sul turismo hanno dimezzato questi indicatori nel 2020, con meno di 65.000 milioni di euro e 2,2 milioni, e ci sono voluti altri tre anni per recuperare i livelli precedenti.
Lo dimostra l’ultimo aggiornamento del Conto Satellite del Turismo, reso pubblico dall’INE, che rivede al rialzo i dati corrispondenti al triennio 2021-2023 a seguito dell’adeguamento dei conti nazionali di quel triennio . Le statistiche mostrano un aumento del Pil nominale di 13.184 milioni di euro. In questo modo, il contributo rivisto del turismo all’economia spagnola è stato di 184.002 milioni di euro nel 2023, ovvero il 12,3% del PIL, 0,9 punti in più rispetto al 2022. Per quanto riguarda il contributo all’occupazione, si stima a 2,56 milioni di posti di lavoro, l’11,6% dell’occupazione totale.
Nella ricomposizione del peso del turismo nell’economia spagnola, ha giocato un ruolo di primo piano l’aumento esponenziale del turismo straniero, che ha chiuso il 2023 con 85,7 milioni di arrivi e potrebbe raggiungere i 95 milioni entro la fine di quest’anno, secondo le prime stime ufficiali . Nei tre anni successivi al crollo, il numero dei viaggi effettuati da questi turisti è cresciuto del 173%, mentre il numero dei pernottamenti è aumentato del 142% e ha sfiorato i 615 milioni di pernottamenti. Il forte incremento non è però bastato a superare i soggiorni registrati dai residenti in Spagna nelle strutture ricettive, che nello stesso periodo sono aumentati del 15% per un totale di 643 milioni di pernottamenti.
I dati aggiornati mostrano un modello di spesa completamente diverso tra turisti stranieri e nazionali, anche se converge sull’alloggio come voce più costosa. Dal Conto Satellite del Turismo emerge che dormire in una stanza, sia essa di albergo, di alloggio ad uso turistico o di appartamento, rappresenta il 26,8% della spesa che un turista straniero deve effettuare, ben lontano dal 17% che rappresenta il servizio di bevande e pasti ovvero il 13,6% che rappresenta il trasporto aereo.
Nel caso dei turisti nazionali, la voce più cara è anche l’alloggio, con il 34,3% del budget totale, seguita a ruota dai servizi di ristorazione, con il 33,2%. In quest’ultimo caso, il trasporto aereo viene sostituito dalla spesa per le agenzie di viaggio, che ammonta al 10% del budget. Il prezzo medio degli hotel è salito alle stelle del 42% negli ultimi quattro anni raggiungendo una media storica di 163 euro per camera per notte tra gennaio e ottobre 2024 rispetto ai 115 euro del 2019.