Hugo Motta deve assumere sotto pressione il comando della Camera – 26/12/2024 – Panel
Se il prossimo presidente della Camera dei Deputatiil leader del Repubblicani, Hugo Motta (PB), deve iniziare il suo mandato sotto pressioni da parte dei banchi statali insoddisfatti della decisione della STF (Corte Suprema Federale) per ridistribuire i seggi nella Camera Legislativa per riflettere meglio i cambiamenti demografici.
Qualora il conguaglio non avvenisse entro il 30 giugno 2025, la distribuzione verrebbe effettuata dal EST (Tribunale elettorale superiore).
Motta ha già ascoltato le denunce dei deputati che contestano la determinazione della STF e sostengono che i dati dell’ Censimento 2022 Non sono il parametro migliore per il cambiamento perché non tengono conto dei fattori locali: i parlamentari di Rio de Janeiro, ad esempio, citano la difficoltà di accesso ad alcuni luoghi a causa della violenza.
Rio de Janeiro sarebbe lo Stato più colpito, perdendo quattro deputati e, con esso, gli emendamenti parlamentari. La stessa panchina di Motta è una di quelle colpite dalla ridistribuzione in discussione alla Camera: avrebbe due deputati in meno, così come Bahia, Piauí e Rio Grande do Sul. Santa Catarina e Pará ne guadagnerebbero quattro e Amazonas averne più di due.
Di fronte a questo scenario, alcuni parlamentari hanno iniziato ad articolare dietro le quinte una PEC (proposta di modifica della Costituzione) per aumentare il numero dei deputati degli Stati sottorappresentati, ma senza ridurre i seggi degli Stati che perderebbero, secondo le disposizioni del Censimento. Secondo loro è possibile aumentare il numero dei deputati senza che ciò comporti ulteriori costi per la Camera: secondo i loro calcoli, tagliare una parte della quota parlamentare sarebbe già sufficiente per pagare i nuovi colleghi.
Un’altra proposta, dei deputati Kim Kataguiri (União-SP) e Cabo Gilberto Silva (PL-PB), mira a ridurre da otto a sei il numero minimo di deputati provenienti da stati meno popolati. Ciò, secondo loro, “correggerà le distorsioni nella rappresentanza politica, adeguando la composizione della Camera dei Deputati all’attuale realtà demografica”.
Oggi la Costituzione prevede un minimo di otto deputati per Stato. “La riduzione del numero dei parlamentari nei piccoli Stati è in linea con una gestione pubblica più efficiente, che cerca di ottimizzare le risorse senza compromettere la qualità della rappresentanza politica”, giustificano.
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