Così è nata la democrazia – 25/12/2024 – Maria Hermínia Tavares
Negli ultimi mesi, l’arte ci ha riportato al peggio e al meglio accaduto durante i vent’anni bui della dittatura militare. Guidati dalla sensibilità e dall’intelligenza del il cinema Walter Sallessiamo entrati nei sotterranei della tirannia, dove gli oppositori venivano imprigionati, torturati e, non di rado, uccisi. La pellicola “Sono ancora qui” -uno successo di botteghino— racconta la storia di Eunice, vedova di Rubens Paivaex deputato del PTB, arrestato e torturato a morte dagli agenti della repressione.
Già in uno spettacolo visto dal pubblico, le voci ancora potenti di Caetano Veloso e Maria Betania ricordano l’esplosione di ribellione e creatività di musica Movimento popolare brasiliano degli anni ’70 che il regime autoritario ha cercato di mettere a tacere, invano.
Il cinema e lo spettacolo aiutano a formare una memoria affettiva, condivisa da coloro che viviamo e ricordiamo; per chi viveva senza rendersi conto di ciò che accadeva; e per tutti coloro che non sono nati quando i militari governavano con la forza.
Ora, alla fine dell’anno, uno storico dell’economia e un politologo vengono a raccontare le storie del ritorno dei civili al potere e della dolorosa – e riuscita – costruzione della democrazia nel paese. Leonardo Weller e Fernando Limongiprofessori della FGV-SP, hanno appena pubblicato “La democrazia negoziata: la politica dei partiti nel Brasile della Nuova Repubblica”, una competente ricostruzione della politica brasiliana nei 44 anni trascorsi tra la transizione allo Stato di diritto, iniziata nel 1974, e la Governo Temer (2016-2018). Lo scopo dichiarato degli autori è quello di rimediare alla mancanza di memoria del recente passato presente nelle aule quotidiane e nel dibattito pubblico.
La storia raccontata è una montagna russa di colpi di scena. Alla fine, la democrazia è stata istituita perché le istituzioni l’hanno sancita Costituzione del 1988 ha impedito la formazione di maggioranze chiare, richiedendo una negoziazione continua tra partiti politici pragmatici. E, soprattutto, perché importanti leader politici hanno capito il gioco ed erano disposti a negoziare e moderare nella ricerca di soluzioni consensuali. Oltre ad impegnarsi per la regola d’oro che stabilisce il rispetto dei risultati di una competizione elettorale libera, pulita e periodica.
In questo processo, il partito di coloro che si erano allontanati dalla dittatura – il PFL – e il partito che si era opposto ad essa – il MDB/PMDB– così come il suo dissenso raggruppato PSDB. Ma era essenziale anche che la sinistra convergesse verso il P.Tun gruppo socialdemocratico non rivoluzionario, che ha investito esclusivamente nella democrazia rappresentativa, affondando le sue radici nell’arena elettorale.
Inoltre, la storia ricostruita da Weller e Limongi chiarisce che le accuse di corruzione sono sempre stati carburante per le crisi politiche: in incriminazione di Collor; nella crisi di Mensalão; e, nel più grande di essi, lo scandalo di Petrolão che ha alimentato il Operazione Lava Jato.
Infine, il libro è piacevole da leggere perché ci ricorda che, nelle controversie quotidiane che hanno forgiato la democrazia, le intenzioni degli attori spesso hanno prodotto risultati inaspettati. Ciò conferma l’acuta osservazione del filosofo scozzese Adam Fergusson (1732-1816), secondo il quale la storia è il risultato delle azioni degli uomini e non dei loro disegni.
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