Gli spagnoli spendono sempre di più in televisione e sempre meno al telefono | Economia
Gli spagnoli spendono sempre di più per la televisione a pagamento e, però, pagano sempre meno per i servizi di telecomunicazione. Lo certificano le ultime statistiche ufficiali della National Markets and Competition Commission (CNMC). La spesa media mensile per famiglia per il cosiddetto pacchetto quintuplo, che comprende telefonia fissa e mobile, banda larga fissa e mobile e televisione a pagamento, si è attestata a fine giugno a 80,3 euro, segnando il prezzo più alto registrato dalla seconda metà del 2022. Al contrario, il pacchetto quadruplo (senza televisione a pagamento) ha raggiunto i 42,1 euro al mese, il livello più basso dal 2015, secondo i dati del corrispondente Panel Famiglie il primo semestre del 2024 predisposto dalla CNMC.
Il rapporto evidenzia che, mentre i pacchetti fibra e mobile sono diminuiti di 4 euro al mese (10%) da settembre 2021, quelli che includono la televisione a pagamento hanno registrato un leggero aumento dell’1% (appena 70 centesimi al mese nello stesso periodo). .
L’attrazione della televisione a pagamento, sia attraverso serie e piattaforme cinematografiche (Netflix, HBO Max, Disney+, Amazon Prime Video, Filmin, Movistar +, Vodafone TV o Orange TV, tra gli altri) o con contenuti sportivi come il calcio, ha portato gli operatori di telecomunicazioni integrarlo nelle loro offerte di servizi telefonici e di accesso a Internet.
La televisione non viene utilizzata solo come fonte di reddito, ma come elemento di fidelizzazione. I clienti che pagano sulla bolletta delle telecomunicazioni per una selezione di contenuti audiovisivi hanno meno probabilità di cambiare azienda rispetto a quelli che contraggono solo fibra e telefonia mobile. Questo spiega perché la Spagna è uno dei pochi paesi in cui, per godersi l’intera offerta del calcio (Campionato e Champions League), è necessario anche contrattare un pacchetto fibra e mobile con una compagnia di telecomunicazioni (in questo caso Movistar o Orange). , entrambi gli operatori titolari dei diritti).
Il continuo calo dei ricavi dai servizi di telecomunicazione nonostante il continuo miglioramento dei vantaggi (maggiore velocità nell’accesso a Internet, telefonia mobile 5G e più bonus dati) ha motivato gli operatori a cercare un’alternativa per aumentare la metà dei ricavi mensili per cliente (il cosiddetto Arpu). Per esempio, per godersi tutto il calcio è necessario stipulare un pacchetto banda larga e telefonia mobile con Movistar o Orange a partire da 100 euro al mese. Ma marchi come Digi offrono già tariffe solo fibra e mobile per meno di 20 euro al mese.
Non sorprende che anche gli operatori basso costo hanno incorporato la televisione a pagamento nella loro offerta per attirare questi clienti premiocome recentemente annunciato da Digi, l’operatore romeno che sta crescendo di più nel mercato spagnolo. L’aumento di questa fattura è influenzato in modo decisivo anche dagli aumenti generalizzati dei prezzi applicati dalle piattaforme, come quelli recentemente annunciati da Netflix, Disney+ o Max HBO.
Aumento del consumo di streaming
Il Panel delle Famiglie certifica anche l’aumento del consumo di audiovisivi da parte degli spagnoli attraverso le piattaforme di pagamento online. Secondo gli ultimi dati relativi alla prima metà del 2024 del CNMC Household Panel, il 61,9% delle famiglie con accesso a Internet ha utilizzato questo tipo di piattaforme. streamingche rappresenta un aumento di 3,8 punti rispetto al secondo trimestre del 2023.
Tra le famiglie che utilizzano queste piattaforme, Netflix è stata la preferita su quattro famiglie su dieci, e il suo consumo è aumentato dal 41,1% al 43,4%, seguito da Amazon Prime Video (21,2%) e Movistar Plus+ (17,7%). HBO Max è sceso dal 7,6% al 5% ed è stato superato da Disney+ (6,8%). Il 35,2% delle famiglie con accesso a una piattaforma di pagamento di contenuti online ha dichiarato di utilizzarne solo una, mentre il 25,3% ne ha utilizzate due; 18,4% tre e 21,2% quattro o più.
Per quanto riguarda le modalità di contrattazione di questi contenuti audiovisivi online a pagamento, il 59,2% delle famiglie ha dichiarato di contrattarli direttamente con la piattaforma. Il 41,8% ha invece risposto che il contenuto era incluso in un pacchetto di servizi del proprio provider Internet. Inoltre, il 15,5% ha rivelato di aver utilizzato le password di un familiare o di un amico.
L’età determina notevolmente il pagamento del servizio audiovisivo. Durante i giorni feriali, i più giovani (dai 10 ai 15 anni) trascorrono in media 1,4 ore al giorno sulle piattaforme di condivisione video e 0,7 ore sui servizi di video on demand. Gli anziani (dai 65 anni in su), invece, raramente utilizzano queste opzioni e trascorrono invece 3,3 ore al giorno davanti alla televisione in chiaro (DTT). Questi dati si accentuano nei fine settimana, durante i quali i più giovani trascorrono 2,2 ore al giorno sulle piattaforme di video sharing e 1,4 sui servizi di video on demand.