Gilmar Mendes decide che Eduardo Cunha sarà processato dalla STF
Il ministro della Corte Suprema Federale (STF), Gilmar Mendes, ha riconosciuto la competenza della Corte a perseguire e giudicare l’ex deputato federale Eduardo Cunha per un presunto reato di corruzione. Il preside ha accolto in parte la richiesta della difesa.
L’azione penale sottolinea che un gruppo di parlamentari, su incarico di Cunha, ha lavorato alla stesura di richieste alla Camera per costringere imprenditori della Construtora Schahin a pagare vantaggi indebiti.
La denuncia è stata presentata dal Ministero Pubblico Federale (MPF) al 10° Tribunale Federale del Distretto Federale. Per il preside i fatti denunciati nella denuncia sono legati all’esercizio del mandato, motivo per cui il caso dovrebbe essere trattato in Corte Suprema.
“Sulla base degli elementi cognitivi che supportano la denuncia, occorre riconoscere che la condotta criminosa imputata al querelante è legata all’esercizio del mandato, ragion per cui l’azione penale deve essere elaborata e giudicata da questa Corte”, ha affermato il ministro nella decisione firmata il 19.
Anche i legali dell’ex parlamentare hanno chiesto alla STF l’annullamento delle decisioni di primo grado. Mendes ha tuttavia mantenuto tutti gli atti procedurali emessi dal 10° Tribunale federale della DF. Di conseguenza, Cunha rimarrà imputato nel procedimento e sarà ritenuto responsabile della presunta pratica di corruzione.
Il ministro ha rafforzato la convinzione della Corte secondo cui essa forma una maggioranza per mantenere il foro privilegiato anche dopo la rimozione dall’incarico, anche se l’indagine o l’azione penale sono state avviate dopo la fine del mandato.
Mendes ha sottolineato che il dibattito sulle prerogative del foro deve essere portato avanti “sulla base di criteri giuridici e non con il populismo giudiziario”.
“Concedere a questi agenti la prerogativa di essere giudicati da giudici esperti, presso la Corte scelta dal legislatore, anche dopo il pensionamento o la fine del mandato, sembra essere il modo migliore per preservare la libertà di azione nell’esercizio delle loro funzioni”, ha affermato.