La STF torna a discutere della responsabilità dei social network per i contenuti
Mercoledì (18) il Tribunale federale discuterà ancora una volta le norme sulla responsabilità delle piattaforme digitali e dei social network per i contenuti pubblicati dagli utenti.
Il processo riprenderà con il voto del ministro Luís Roberto Barroso, presidente della Corte. Sarà lui il prossimo a parlare perché mercoledì scorso ha avanzato una richiesta di revisione (più tempo per l’analisi) (11).
Finora hanno votato solo i ministri Dias Toffoli e Luiz Fux. Sono loro i relatori dei due ricorsi che vengono giudicati insieme.
I giudici hanno difeso norme più severe per il regime di responsabilità delle cosiddette “big tech” per quanto riguarda le pubblicazioni effettuate su Internet.
Entrambi hanno votato per invalidare la norma attuale, che consente alle piattaforme di essere ritenute responsabili solo se non rispettano una decisione del tribunale che ordina la rimozione dei post.
La discussione in Corte Suprema ruota attorno ad alcuni stralci del Marco Civil da Internet, la legge del 2014 che stabilisce le regole per l’uso di Internet in Brasile.
Il voto di Fux
Mercoledì scorso Fux ha votato contro l’attuale regime di responsabilità delle piattaforme digitali per i contenuti pubblicati dagli utenti.
Il ministro ha proposto di punire le aziende che non cancellano i post con contenuti offensivi per il loro onore e la loro immagine dopo la segnalazione della persona offesa, cioè senza bisogno di una decisione del tribunale.
I post offensivi riguardano solo situazioni qualificabili come reati, come calunnia, insulto o diffamazione.
Per le pubblicazioni più gravi, come incitamento all’odio, razzismo, pedofilia e colpo di stato, Fux ha votato per l’obbligo di monitoraggio da parte delle piattaforme per rimuovere le pubblicazioni, indipendentemente dal fatto che vi sia o meno una notifica.
Il voto di Toffoli
Per Dias Toffoli l’attuale regime di responsabilità della piattaforma è incostituzionale. Il ministro ha terminato il suo voto il 5 dicembre.
Il giudice ha votato per rendere la piattaforma responsabile dopo la notifica extragiudiziale da parte dell’utente che richiede la rimozione di una pubblicazione come regola generale. Se non intraprende alcuna azione, potrebbe essere punita (anche senza una decisione del tribunale).
La nuova norma si applicherebbe a contenuti “offensivi” e “illegali” che vanno dal danno all’onore e all’immagine a materiali “inequivocabilmente disinformativi”, come “notizie fraudolente”.
Ha anche votato per stilare un elenco di argomenti più seri, come il colpo di stato, il terrorismo e il razzismo, che le piattaforme devono monitorare e rimuovere direttamente, senza preavviso.
Com’è oggi?
Attualmente il Marco Civil da Internet ritiene le piattaforme civilmente responsabili solo nel caso in cui non venga rispettata una decisione del tribunale che ordina la rimozione dei contenuti pubblicati dagli utenti. La garanzia è nell’articolo 19 della legge.
La responsabilità civile implica, ad esempio, il dovere di risarcire eventuali danni.
Le due eccezioni a questo comando sono: diffusione di immagini o video con scene di nudo, o atti sessuali di carattere privato, o per violazione del diritto d’autore. In questi casi, la piattaforma deve rimuovere il contenuto tramite notifica extragiudiziale.