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La Procura sostiene l’indagine sulla possibile responsabilità penale di Carlos Mazón per la gestione della dana | Notizie dalla Comunità Valenciana



La Procura di Valencia sostiene che i tribunali indaghino sulla possibile responsabilità penale del presidente della Generalitat, Carlos Mazón, per la gestione della dana. Lo si legge in un documento presentato alla Corte Superiore di Giustizia della Comunità Valenciana, che ha accettato di cumulare nello stesso caso le sette denunce e denunce presentate contro Mazón come la persona maggiormente responsabile della gestione dell’alluvione che ha accumulato 223 morti e decine di migliaia di vittime.

Delle sette denunce e denunce accumulate in un unico caso, sei puntano a Carlos Mazón o a lui e all’ormai ex ministro delle Emergenze e degli Interni, Salomé Pradas. Solo uno si riferisce a questi dirigenti e ad ogni altra autorità che, dall’attività investigativa, dia luogo a responsabilità penale. Le parti ricorrenti e querelanti attribuiscono loro la commissione dei reati di malversazione, lesioni e omicidi colposi, omissione dell’obbligo di assistenza, danneggiamento colposo e contro i diritti dei lavoratori, “come conseguenza della mancata adozione di alcune decisioni che , a loro avviso, “A quanto pare, avrebbero evitato o mitigato l’esito fatale a causa del numero di morti”, afferma la Procura. «Da questa vicenda derivano un generico rapporto causa-effetto con un’attribuzione di responsabilità penale di carattere oggettivo, che si verifica esclusivamente in base al risultato, a parte lo specifico intervento dell’imputato, che, ad oggi, non è individuato ”, aggiunge.

Nella lettera, il pubblico ministero María José Montesinos de Lago fa riferimento anche al fatto che tutte le accuse si riferiscono alla “trascuratezza dei loro doveri di massime autorità autonome valenciane” e indicano che “non correlate agli scenari di allerta e messaggi che venivano trasmessi emanate da diversi organismi, hanno omesso di emettere risoluzioni e decisioni che erano di loro competenza, e in questo modo non hanno evitato o, almeno, non hanno ridotto l’entità della catastrofe avvenuta”, secondo quanto afferma . Si dichiara quindi favorevole all’accertamento delle responsabilità penali degli imputati e sottolinea che “è più che ragionevole svolgere un’unica indagine data l’entità del caso, la complessità dei fatti, la partecipazione in qualità di imputati e imputati di molteplici autorità politiche e funzionari di organizzazioni pubbliche, la prevedibile difficoltà delle indagini e l’enorme numero di vittime, possibili testimoni ed esperti”. “Ci rendiamo conto che la stessa attribuzione dei fatti è alla base di tutte le denunce, indipendentemente dalle diverse qualifiche giuridiche assunte da denuncianti e denuncianti, e, all’unanimità, fondata sull’omissione e sulla violazione dei doveri inerenti alla funzione dei denunciati”, ha affermato. indica.

Per quanto riguarda l’organo che dovrebbe indagare sui fatti, la Procura ritiene che dovrebbe trattarsi di un tribunale d’inchiesta che svolga “un’indagine giudiziaria completa sui fatti accaduti, specificando l’intervento, o, se del caso, l’inerzia, di ciascuno degli imputati e denunciato”. Questo dovrà, successivamente, e nel caso in cui vi siano sufficienti indizi di criminalità contro Carlos Mazón, presentare una dichiarazione motivata davanti alla Corte Superiore di Giustizia data l’autorità di cui gode il presidente della Generalitat Valenciana.

Oltre a questi, la Corte Suprema ha registrato almeno nove denunce contro membri del governo spagnolo per crimini come omicidio colposo e omissione dell’obbligo di prestare assistenza, tra gli altri per la gestione del crimine Il presidente del Governo, Pedro Sánchez, contro il ministro degli Interni, Fernando Grande-Marlaska, per non aver attivato lo stato di allarme e non aver preso il controllo, e contro la vicepresidente Teresa Ribera, per la sua responsabilità nella Confederazione Idrografica di Júcar, organismo al quale il PP ha cercato di attribuire la colpa di un presunto “blackout informativo”.



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Luca

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