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Bruxelles indaga su TikTok per sospette interferenze elettorali dopo l’annullamento delle elezioni in Romania | Internazionale



Il ruolo svolto dal social network TikTok come strumento per manipolare il primo turno delle elezioni presidenziali in Romania ha portato Bruxelles ad aprire un’indagine formale. La Commissione europea vuole sapere se l’applicazione della società cinese ByteDance è sufficiente per impedire che la sua rete sociale venga utilizzata per fermare le ingerenze straniere e manipolare le elezioni, “soprattutto nel contesto delle recenti elezioni presidenziali rumene”, afferma l’Esecutivo comunitario. in una dichiarazione. Ma non sono le uniche elezioni a preoccupare nella capitale dell’Unione: alla fine di questo mese si terranno anche le elezioni presidenziali in Croazia, le legislative in Germania a febbraio e le presidenziali in Polonia in primavera.

All’inizio del 24 novembre, l’Unione europea si è svegliata di soprassalto: il candidato euroscettico e filorusso Calin Georgescu, su cui pochi contavano, aveva vinto il primo turno delle elezioni, senza che i sondaggi gli dessero alcuna indicazione. Ben presto sono emersi sospetti di ingerenze da parte di Mosca attraverso i social network, soprattutto attraverso TikTok. Già il 5 dicembre Bruxelles aveva ordinato, sulla base del regolamento sui servizi digitali (DSA), di conservare tutta la documentazione e le informazioni prodotte sulle elezioni svoltesi tra il 24 novembre e il 31 marzo. Il giorno successivo, 6 dicembre, è stata la Corte Costituzionale della Romania ad andare oltre, annullando quella prima tornata elettorale e ordinando la ripetizione dell’intero processo. Lo ha fatto sulla base del fatto che era in corso una campagna di “attacchi aggressivi ibridi russi”, nel contesto della quale si è scoperto che erano stati creati più di 25.000 account TikTok per promuovere il candidato estremista.

Tutto ciò ha ora portato la Commissione Europea a intraprendere il passo di indagare su TikTok. L’obiettivo è quello di concentrarsi sulla pubblicità e sui contenuti a pagamento del social network e anche sui sistemi di raccomandazione da esso utilizzati, soprattutto sulle campagne automatizzate, come spiegato dalla stessa Commissione. Per i tecnici dell’Esecutivo comunitario è di particolare importanza sapere se l’azienda cinese ha fatto abbastanza per mitigare i rischi che si presentano “a causa degli aspetti regionali e linguistici”. Ciò si basa sul presupposto che sia più facile controllare la disinformazione e la manipolazione nelle lingue maggioritarie come l’inglese o il francese che in altre meno utilizzate, come il rumeno.

Per compiere questo passo, la Commissione sottolinea di essersi basata sui rapporti di intelligence che le autorità rumene hanno declassificato. Questi documenti sono stati presi in considerazione anche dalla Corte Costituzionale per annullare le elezioni.

Fonti della Commissione sottolineano che nelle elezioni rumene sono stati rilevati anche pagamenti ai proprietari dei canali Telegram per diffondere contenuti. Tuttavia, questa indagine, che potrebbe comportare sanzioni penali, spetta alle autorità rumene. Le stesse fonti indicano che, per ora, non esiste un’attribuzione formale degli attentati alla Russia, ma hanno osservato un modello di azione già noto agli agenti di destabilizzazione di quel Paese.

L’indagine aperta questo martedì non ha scadenze prestabilite. Dipende dalla complessità delle indagini, sottolinea la Commissione, che ricorda anche, come sempre, che l’apertura di un fascicolo non implica una condanna né pregiudica un risultato incriminante per l’azienda interessata.

“Dobbiamo proteggere le nostre democrazie da qualsiasi tipo di interferenza straniera. Ogni volta che sospettiamo tale interferenza, soprattutto durante le elezioni, dobbiamo agire rapidamente e con fermezza. “A seguito di gravi indizi secondo cui agenti stranieri hanno interferito nelle elezioni presidenziali rumene utilizzando TikTok, stiamo ora indagando a fondo se TikTok abbia violato la legge”, ha affermato la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, che di solito non rilascia dichiarazioni file specifici, a meno che non siano di particolare importanza.

Anche al Parlamento europeo si sono levate voci sulla necessità di controllare quanto accaduto. “Quello che è successo in Romania ha lasciato il paese impantanato in una delle più grandi crisi politiche degli ultimi decenni. Per noi è un segnale d’allarme, poiché potrebbe verificarsi in qualsiasi futuro processo elettorale se non agiamo rapidamente contro l’influenza algoritmica”, ha avvertito Alex Saliba, eurodeputato del Partito Socialista Rumeno, il partito al potere a Bucarest.



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Luca

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