Un altro possibile fronte di battaglia
Dal cambiamento politico più significativo in Medio Oriente nel giro di un decennio, la fine della dittatura di Assad, Israele effettuato circa 480 bombardamenti su basi militari e altri punti strategici del territorio Siria. I violenti conflitti tra israeliani e siriani risalgono alle guerre più complesse del XX secolo, ma hanno un punto cruciale nella Guerra dei Sei Giorni del 1967, quando le alture di Golan furono occupate militarmente da Israele fino ai giorni nostri.
L’annessione non è mai stata riconosciuta a livello internazionale e continua ad essere considerata illegale dall’ONU, che attribuisce le colline come parte del territorio siriano. Anni dopo, il 14 dicembre 1981, la Knesset approvò la Legge sulle Alture di Golan, che garantiva formalmente la regione come parte dello Stato di Israele all’interno della legge israeliana, nonostante i rimproveri della comunità internazionale. Il Consiglio di Sicurezza dell’ONU dichiarò addirittura nella risoluzione 497 che l’annessione era “nulla e non avvenuta”, ma per decenni nulla cambiò lo status quo della dominazione israeliana sulle colline.
Secondo fonti legate alla sicurezza siriana, Israele avrebbe ampliato il proprio controllo nel sud della Siria di altri 10 km nel territorio, arrivando ad appena 25 km dalla capitale. Damasco. L’informazione non è stata finora confermata dall’IDF, che però ha precisato che stanno effettuando operazioni all’interno della Siria per garantire la sicurezza di Israele e impedire che i ribelli, che ora comandano il paese vicino, approfittino della situazione per attaccare le alture di Golan. o qualsiasi altra parte del nord di Israele. La situazione di grande instabilità in Siria e il momentaneo sollievo derivante da un cessate il fuoco con Hezbollah per Israele, fanno sì che molti vicini sostengano che Tel Aviv trarrebbe vantaggio da questo scenario per ottenere guadagni territoriali.
La vita quotidiana in Siria continua ad essere circondata da una grande incertezza politica e da una mancanza di chiarezza su come verrà condiviso il potere. La vittoria dei ribelli terroristici HTS, gruppo in passato legato ad Al-Qaeda, ha incoraggiato i terroristi di Hamas nella Striscia di Gaza e in altri stati teocratici islamici sunniti che celebrano la fine di una dittatura guidata da un leader sciita, ma che hanno promosso uno stato laico in Siria. Nel caso di Israele, i suoi leader sanno che chiunque siederà sulla sedia presidenziale a Damasco, sarà presente un sentimento antisionista e lo Stato ebraico non sarà esente da minacce e possibili attacchi in futuro.
Considerando il passato turbolento e sanguinoso tra siriani e israeliani, prima e durante la dittatura di Assad, c’è poca speranza che il futuro sia del tutto amichevole tra i vicini. Ciò che possiamo concludere in uno scenario così nebuloso è che gli agenti esterni stanno agendo ferocemente negli ultimi giorni per garantire che i loro interessi siano rappresentati nella nuova Siria che nascerà. Molti di questi interessi sono contrastanti, molti altri sono del tutto inconciliabili, ed è proprio per questo che il domani del popolo siriano appare ancora all’orizzonte con la possibilità di altri giorni di sangue.