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Il Senato approva il quadro sull’intelligenza artificiale; il testo va alla Camera



L’Aula del Senato ha approvato questo martedì (10) il quadro normativo sull’intelligenza artificiale, simbolicamente, con soli tre voti contrari. Ora la proposta passa all’analisi della Camera dei Deputati.

La PL 2.338/2023 è stata proposta dal Presidente del Senato, Rodrigo Pacheco, ed era in fase di elaborazione in Aula con urgenza. Il testo ha ricevuto una relazione favorevole dal senatore Eduardo Gomes (PL-TO) nella commissione temporanea creata per analizzare la questione.

Il progetto fornisce regole per l’uso dell’intelligenza artificiale e stabilisce flessibilità per startup, micro e piccole imprese, nonché eccezioni per gli individui che utilizzano l’intelligenza artificiale senza scopo di lucro.

Il testo finale esclude i social network dall’elenco delle tecnologie considerate ad alto rischio e prevede tutele aggiuntive per il segreto commerciale, la proprietà intellettuale e la libertà di espressione.

I tre voti contrari sono stati dei senatori Eduardo Girão (Novo-CE), Hamilton Mourão (Republicanos-RS) e Cleitinho (PL-MG).

Per Girão il testo è controverso e contiene “dispositivi che interessano solo ai censori”. “Si tratta di un accordo in corso tra la STF e il Congresso per votare qui in fretta? È tutto molto strano”, ha detto.

Girão ha anche criticato quella che ha definito la “super agenzia” presente nel progetto di regolamentazione dell’intelligenza artificiale, che, secondo lui, rappresenta una minaccia alla libertà di espressione. Il senatore ha affermato che la proposta di creare questa agenzia è stata concepita per servire gli interessi aziendali, come il diritto d’autore, e arrestare l’evoluzione tecnologica.

In un’audizione al Senato, gli esperti hanno chiesto modifiche al testo per evitare impatti negativi sull’innovazione e sullo sviluppo economico. Hanno evidenziato la necessità di allentare le regole, soprattutto per quanto riguarda la classificazione dei sistemi di IA “ad alto rischio”. La proposta prevede diversi livelli di regolamentazione per l’IA, ma gli esperti avvertono che la legislazione potrebbe rapidamente diventare obsoleta o essere eccessivamente restrittiva.

Compenso per l’utilizzo dei contenuti

Uno degli aspetti centrali del testo in discussione è la previsione di un compenso per l’utilizzo di contenuti protetti da copyright e affini nei sistemi di intelligenza artificiale. Secondo la proposta, un compenso finanziario deve essere pagato dall’”agente AI” che utilizza questi contenuti nella formazione o nello sviluppo dei propri sistemi.

La misura mira a garantire che gli autori e i titolari dei diritti ricevano un compenso per l’utilizzo delle loro creazioni, promuovendo un equilibrio tra innovazione tecnologica e tutela della proprietà intellettuale.

Inoltre, la proposta rafforza la necessità di rispettare i diritti personali quando si utilizzano contenuti di immagini, audio, voce o video che identificano le persone fisiche. Questi principi mirano a proteggere la privacy e l’integrità delle persone di fronte ai progressi nei sistemi di intelligenza artificiale.



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Luca

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