Il petrolio inizia a salire di oltre l’1,5% dopo la caduta del regime in Siria
Lunedì i prezzi del petrolio sono saliti in borsa di oltre l’1,5% (9), mentre le tensioni in Medio Oriente mettono sotto pressione l’incertezza del mercato, dopo che i ribelli hanno preso il controllo della capitale della Siria e il presidente Bashar al-Assad è fuggito in Russia.
Alle 13:15, il barile Brent è aumentato dell’1,79%, a 72,40 dollari. Nello stesso periodo il WTI è salito del 2,19%, attestandosi a 68,68 dollari al barile.
Anche le azioni Petrobras hanno beneficiato di questo scenario e le sue azioni ordinarie sono aumentate del 2,68%, quotate a R$43,18.
Questa domenica (8), il mondo ha assistito alla caduta del governo di Bashar al-Assad in Siria, dopo che le forze ribelli hanno preso il controllo della capitale e hanno dichiarato Damasco “libera”.
Assad e la sua famiglia sono fuggiti dalla Siria e si stanno rifugiando a Mosca, in Russia, sotto asilo umanitario, secondo le informazioni del media statale russo TASS, che cita una fonte del Cremlino.
Esperti consultati da CNN aveva escluso possibili conseguenze della crisi in Siria, poiché il paese non è attualmente così rilevante sul mercato internazionale a causa del drastico calo della produzione di barili di petrolio.
Venerdì (6), prima del rovesciamento del governo siriano di Assad, i prezzi del petrolio sono diminuiti di oltre l’1%, mentre gli analisti prevedevano un surplus di offerta nel 2025.
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