Le Borse asiatiche chiudono senza un’unica direzione, in attesa dei segnali dalla Cina e con la crisi sudcoreana
I mercati azionari asiatici hanno chiuso senza un’unica direzione questo giovedì (05), in attesa di possibili nuovi segnali di stimolo economico in Cina.
Seoul ha avuto un’altra sessione di sconfitte, nel mezzo della crisi politica in corso innescata dalla decisione del presidente della Corea del Sud, Yoon Suk Yeol, di dichiarare temporaneamente la legge marziale.
A Hong Kong, l’indice Hang Seng ha chiuso la seduta in ribasso dello 0,92%, a 19.560,44 punti.
Per l’analista Hebe Chen, del broker IG, il percorso verso la ripresa del mercato sull’isola semi-autonoma è incerto, dato il rallentamento dell’attività cinese e le minacce di tariffe sotto l’amministrazione del presidente eletto degli Stati Uniti Donald Trump.
Gli investitori attendono la conferenza del governo cinese la prossima settimana, alla ricerca di possibili annunci su nuovi stimoli. In questo contesto, l’indice Shanghai Composite è salito dello 0,12% a 3.368,86 punti, mentre il meno completo Shenzhen Composite ha guadagnato lo 0,74% a 2.039,31 punti.
A Tokyo il Nikkei ha registrato un rialzo dello 0,30%, a 39.395,60 punti. Taiex, da Taiwan, ha avuto una variazione positiva dello 0,05%, a 23.267,94 punti.
In direzione opposta, Kospi ha perso lo 0,90% a Seul, a 2.441,85 punti. I manifestanti hanno chiesto le dimissioni di Yoon Suk Yeol, oggetto di una procedura di impeachment per la controversa legge marziale. L’opposizione vuole votare sull’impeachment sabato prossimo.
Nello scenario macroeconomico, il prodotto interno lordo (PIL) della Corea del Sud è cresciuto dell’1,5% su base annua nel terzo trimestre, come previsto.
In Oceania, l’indice S&P/ASX 200 è salito dello 0,15%, a 8.474,90 punti, a Sydney.
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