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JA Bayona dovrà pagare 130.000 euro all’erario per pagare le tasse tramite una società | Fortuna



Il regista Juan Antonio Bayona è l’ultimo ad aggiungersi alla lista delle celebrità che hanno dovuto affrontare il controllo del Ministero del Tesoro per aver versato parte dei loro redditi attraverso una società, soggetta all’imposta sulle società, e non attraverso l’imposta sul reddito (IRPF). ), che tassa il reddito personale. Quella che era una pratica comune tra alcuni volti noti del cinema e soprattutto della televisione durante una parte degli anni 2000, ha finito per diventare un incubo che si è diffuso sui set e ha lasciato molte celebrità con un buco nelle tasse.

Bayona, come altri prima di lui, si è opposto all’Agenzia delle Entrate e ha presentato ricorso al Tribunale Nazionale contro la sentenza del Tribunale Amministrativo Centrale Economico (TEAC), che ha costretto il cineasta a pagare 131.968,11 euro per l’utilizzo della sua società Movies La Trini, di cui era amministratore e socio unico, per fatturare servizi quali la regia e la cessione dei diritti d’autore. Fatturando tramite una società ed essendo soggetto all’imposta sulle società, il carico fiscale era molto inferiore rispetto a quello che sarebbe stato soggetto all’imposta sul reddito delle persone fisiche. Il ricorso presentato da Bayona è stato respinto, pertanto dovrà affrontare il pagamento, come precisato nella sentenza di ottobre avanzata da El Confidencial e alla quale ha avuto accesso. CinqueGiorni.

Considerato che Bayona prestava servizi per la Movies La Trini SL (precedentemente denominata Spongeman SL), “ha determinato l’attribuzione al contribuente dell’intero reddito di lavoro dell’ente correlato pari a 366.556,03 euro nel 2008 (rispetto ai 45.000 euro dichiarati) ; di 252.217,77 euro nel 2009 (invece dei 60.000 euro dichiarati) e di 109.952,39 euro nel 2010 (anno in cui non era stato dichiarato alcun importo).” L’esercizio 2008 era già stato dichiarato prescritto dal TEAC.

Contemporaneamente all’indagine sul cineasta, è stata effettuata un’altra ispezione presso la sua azienda, nella quale è stato assicurato che “non fornisce valore aggiunto (non dispone di risorse umane e materiali) alle prestazioni professionali svolte dal signor Faustino”. . [el nombre ficticio que se usa para proteger la identidad de Bayona] tenuto conto che si trattava di servizi molto personali, dove la funzione essenziale di fornitura dei servizi veniva assunta dal Sig. Faustino.” Vale a dire, anche se era la società che presumibilmente pagava Bayona per i suoi servizi, in realtà era solo un intermediario attraverso il quale riceveva il pagamento, come è avvenuto in altri casi di personaggi cinematografici e televisivi. La sentenza assicura che il cineasta non è stato in grado di dimostrare che Movies La Trini SL dispone di risorse umane e materiali esterne all’attività da lui svolta.

Tra coloro che hanno fatto notizia per la stessa pratica ci sono gli attori Carmen Machi e Jordi Rebellón, nel 2019, così come Máximo Huerta, che si è dimesso pochi giorni dopo essere stato nominato ministro della Cultura per aver utilizzato una società intermediaria per riscuotere quando lavorava come un presentatore televisivo.



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Luca

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