Moraes sostiene che l’8 gennaio ha dimostrato il fallimento dell’autoregolamentazione dei social media
Il ministro ha sottolineato che le piattaforme non solo non sono riuscite a rimuovere i contenuti che incitavano alla violenza, ma hanno anche facilitato l’organizzazione di attacchi attraverso le loro funzionalità
Il ministro Alessandro di Moraesmembro del Supremo Tribunale Federaleha criticato l’efficacia del sistema di autoregolamentazione dei social media, soprattutto dopo gli attacchi golpisti dell’8 gennaio 2023. Ha sottolineato che le piattaforme non solo non sono riuscite a rimuovere i contenuti che incitavano alla violenza, ma hanno anche facilitato l’organizzazione di attacchi attraverso delle sue funzionalità. Nel corso del processo che discute la responsabilità delle reti sociali per i contenuti postati da terzi, Moraes ha sottolineato che, visti gli avvenimenti di gennaio, non c’è modo di sostenere che l’autoregolamentazione sia efficace. Ha citato il “Partito Selma”, un evento servito come mezzo per coordinare l’invasione degli edifici pubblici, e ha criticato l’inazione delle piattaforme rispetto ai contenuti che promuovevano atti di distruzione.
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Il relatore del caso, Dias Toffoli, ha sostenuto che l’articolo 19 del Marco Civil da Internet garantisce l’immunità alle piattaforme, ma ha osservato che la promozione dei contenuti è una responsabilità diretta delle aziende. Cambiando posizione, il governo Lula ha cominciato a difendere l’incostituzionalità di questo articolo, sostenendo che l’immunità ha contribuito al deterioramento della qualità democratica in Brasile. Messias, procuratore generale dell’Unione, ha messo in guardia sull’“infodemia” che il Paese sta affrontando, sottolineando che la disinformazione rappresenta una minaccia per la democrazia. Ricorda che, dopo gli attentati di gennaio, è stato necessario chiedere la rimozione delle dirette che mostravano l’invasione del Congresso e del Palazzo Planalto, sottolineando l’urgenza della situazione.
La legislazione attuale, approvata nel 2014, mira a proteggere la libertà di espressione ed evitare la censura. Tuttavia, questa regola non impedisce alle piattaforme di adottare proprie linee guida per la rimozione dei contenuti. L’Associazione brasiliana di giornalismo investigativo (Abraji) ha chiesto alla corte di considerare la possibilità di imporre restrizioni che potrebbero prevenire danni collettivi, soprattutto in situazioni che minacciano lo Stato democratico.
Pubblicato da Sarah Paula
*Rapporto prodotto con l’aiuto dell’intelligenza artificiale