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L’“incredulità” di Just Eat nei confronti dei fattorini: “Migliaia di falsi lavoratori autonomi continuano a circolare per le nostre città” | Aziende



Íñigo Barea, direttore generale di Just Eat in Spagna, ha espresso mercoledì la sua “incredulità” nei confronti della situazione del settore del food delivery in Spagna e, più specificamente, di quella dei fattorini delle piattaforme e della loro classificazione della manodopera. “Non capiamo come mai migliaia di falsi lavoratori autonomi continuino a circolare nelle nostre città”, ha detto il dirigente riferendosi al modello di assunzione di alcuni dei suoi rivali. Anche se non ne ha menzionato uno in particolare, il maggiore esponente di questo modello è Glovo, che mantiene la maggior parte dei fattorini come lavoratori autonomi.

“Il nostro discorso è quello dell’incredulità. Siamo sorpresi di vedere, secondo recenti pubblicazioni, che molti fattorini non hanno un permesso di lavoro”, ha spiegato Barea. “La nostra posizione è molto chiara: rispettare la legge, e chiediamo a tutti di rispettarla per sviluppare il settore. Se vogliamo un settore delle consegne, e in particolare della consegna di cibo, abbiamo bisogno di un quadro giuridico stabile e applicabile”. Il primo dirigente di Just Eat in Spagna ha citato la legge rider, in vigore dall’agosto 2021, o le diverse sentenze della Corte Suprema che classificano come lavoro il rapporto tra fattorini e piattaforme.

Secondo i dati resi pubblici oggi da Just Eat, conta 2.500 fattorini in Spagna. La maggior parte viene assunta tramite società di consegna specializzate, essendo un servizio prevalentemente in outsourcing. Glovo mantiene un rapporto di lavoro con gli autisti delle consegne del suo servizio di supermercato, sebbene siano una minoranza. La piattaforma catalana ha continuato a sostenere il modello del lavoratore autonomo nonostante l’entrata in vigore della legge pilota, che la porta a sostenere diverse cause legali sulla sua formula di assunzione, sia prima che dopo la legislazione.

10 miliardi

Da parte sua, Just Eat stima che ci siano 29.000 abbonati alla sua piattaforma in Spagna, secondo Gastrometro, il rapporto annuale con cui analizza l’evoluzione della consegna a domicilio dei prodotti in Spagna.

Si stima che chiuderà l’anno con un volume di ricavi totale di 7.990 milioni di euro, che rappresenta un aumento di quasi il 20% rispetto all’anno precedente, importo che comprende quanto generato dalla consegna del carrello della spesa da parte dei supermercati tramite i propri sistemi di consegna. Proprio questo segmento è maggioritario, poiché rappresenta il 75% del volume d’affari delle consegne a domicilio, quasi 6.000 milioni.

La chiamata commercio veloceovvero le consegne ultraveloci degli acquisti effettuati da piattaforme specializzate come Just Eat, crescono del 16% attestandosi a circa 710 milioni. Da parte sua, la consegna degli ordini di restauro cresce a circa 1.290 milioni, il 15% in più.

Il rapporto, che contiene dati e previsioni compilati da Statista, stima che nel 2026 le consegne sposteranno un totale di 10.000 milioni in Spagna. Una crescita che arriverà dalla parte del paniere, che crescerà di oltre 1.500 milioni di euro in quel periodo del 10%.



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Luca

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