Gli albergatori faranno ricorso al tribunale contro il nuovo registro dei viaggiatori interni | Economia
Gli albergatori sono stanchi di aspettare che il Ministero dell’Interno nella sua battaglia ammorbidisca o modifichi il regio decreto che entrerà in vigore il 2 dicembre, dopo tre proroghe, e che stabilisce nuovi obblighi di registrazione dei viaggiatori sia per gli hotel che per le agenzie di viaggio. A soli sette giorni dalla sua entrata in vigore, la Confederazione spagnola degli alberghi e delle strutture ricettive turistiche (Cehat), che rappresenta 15.000 alberghi, ha annunciato, “malgrado il silenzio dell’esecutivo”, che ricorrerà ai tribunali per difendere i diritti delle aziende e dei viaggiatori.
Da quella data alberghi e agenzie di viaggio saranno obbligati a fornire fino a 42 generalità diverse per ciascuno dei viaggiatori (attualmente il massimo è 14) e se non lo fanno rischiano sanzioni che vanno da 601 euro. fino a 30.000 euro, a seconda della gravità del reato. “Vogliamo essere esentati da questi obblighi per diversi motivi. La cosa più importante è che la maggior parte delle prenotazioni vengono effettuate tramite agenzie di viaggio online o banche letto, quindi non sappiamo chi c’è dietro. Né abbiamo accesso a dati come il cellulare, la posta elettronica, i rapporti familiari tra i viaggiatori o il prezzo del soggiorno”, afferma Ramón Estalella, segretario generale di Cehat, che critica la mancanza di dialogo e di volontà negoziale dell’Interno.
“Tre incontri in tre anni senza alcun progresso. Nessun cambiamento rispetto al 2021”, sottolinea. Gli albergatori sono disposti a raccogliere tutti i dati che compaiono sulla carta d’identità o sul passaporto e a trasmetterli alle Forze e ai Corpi di Sicurezza dello Stato, proprio come fanno adesso. “Questa mancanza di chiarezza genera un’incertezza giuridica inaccettabile per un settore che rappresenta il 12% del PIL spagnolo ed è fondamentale per l’economia del paese”, sottolinea la nota diffusa questa mattina dall’associazione dei datori di lavoro.
Nella prossima battaglia legale le linee di difesa degli albergatori saranno due. Il primo è che la norma non può essere approvata con regio decreto, poiché sopprime diritti fondamentali come la privacy e ciò deve avvenire attraverso una norma di rango superiore come una legge organica, che ne richiederebbe l’esame al Congresso e al Senato. “Non hanno fatto così perché sanno che perderebbero voti”, precisa Estalella. Il secondo si basa sulla sentenza C-817/19 della Corte Superiore di Giustizia dell’Unione Europea (CGUE), del 21 giugno 2022, in cui si afferma che le misure di trattamento massiccio dei dati personali previste dal vero decreto violano la normativa comunitaria sulla protezione dei dati e sulla privacy, tra cui quelli inclusi nelle modalità di pagamento.
L’altro grande gruppo interessato da questo nuovo registro sono le agenzie di viaggio. Mercedes Tejero, direttrice della Confederazione spagnola delle agenzie di viaggio (CEAV), confessa che la priorità è che questa attività sia esclusa dal campo di applicazione. “Le agenzie non sono incluse nella legge organica 4/2015 sulla sicurezza dei cittadini da cui deriva il suddetto regio decreto, per aver violato le norme sulla protezione dei dati e per aver imposto oneri troppo onerosi e sproporzionati per le agenzie di viaggio”, sottolinea.