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La difesa di Bolsonaro sosterrà che il piano golpista non costituisce un crimine


La difesa di Jair Bolsonaro comprende che i crimini contro lo Stato democratico possono essere riconosciuti come tali solo attraverso l’effettivo ostacolo al funzionamento dei poteri della repubblica. L’accusa si basa anche su una norma del codice penale, il cosiddetto “reato impossibile”, che parla di atti illeciti impossibili da compiere.

Sarebbe il caso della presa del potere da parte di un gruppo di quattro soldati arrestati, sospettati di aver pianificato un colpo di stato, dopo aver assassinato le autorità, tra cui il presidente Lula. Una tesi che, in un certo senso, è già stata esplorata in campo politico, dall’opposizione. “Non ho mai visto un colpo di stato che non sia avvenuto, o in questo caso, omicidi che non siano avvenuti, perché chi stava per uccidere stava prendendo un taxi. Guardi, a questa storia credono solo i membri della Polizia Federale che non rappresentano questa gloriosa istituzione”, ha dichiarato il deputato federale Sóstenes Cavalcante (PL-RJ).

L’ex deputata statale e professoressa di diritto penale all’USP, Janaína Paschoal, non vede un crimine in un colpo di stato fallito e ancora in fase di pianificazione. Paschoal ha detto in “X” che non vi è stato alcun tentativo, poiché l’esecuzione non è iniziata. Un’altra ala di esperti ritiene che, in caso di colpo di stato, il mero complotto sarebbe punibile per la gravità della condotta.

Così si è già pubblicamente posizionato il decano del Tribunale federale, il ministro Gilmar Mendes: “Il tentativo di qualsiasi attacco contro lo Stato di diritto è già di per sé criminalizzato, sicché è già un crimine compiuto, soprattutto perché quando viene fatto un attacco allo Stato di diritto e questo viene portato a termine, non esiste più”.

L’accusa non ha cambiato il piano di Bolsonaro di candidarsi alle elezioni nel 2026, anche se sarà condannato e incarcerato. Secondo gli interlocutori, Bolsonaro lancerebbe una multa con suo figlio Flávio, nello stesso momento in cui farebbe appello contro la sua ineleggibilità alla STF. Uscito sconfitto e senza più alcuna possibilità di risorse, il vicepresidente assumerebbe la carica di candidato e Bolsonaro cercherebbe di trasferire le sue intenzioni di voto sul suo successore.

L’intenzione dell’ex presidente è quella di sollevare il dibattito per fare una “difesa politica” e sbandierare all’elettorato la sua innocenza. La tesi della persecuzione è stata ampiamente diffusa dal PL e dagli alleati di Bolsonaro, da quando è venuto alla luce l’ultimo scandalo del piano di golpe.



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Luca

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