Le lampade Freedom vengono rimosse su richiesta del movimento nero; capire
La Città di San Paolo, in risposta alle richieste di entità legate al movimento nero, ha deciso lunedì scorso (18) di rimuovere le tradizionali lampade giapponesi da Rua dos Aflitos, nel quartiere Liberdade, sostituendole con modelli a LED.
La decisione del Comune di rimuovere le lampade, conosciute anche come lanterne Suzuranto, è stata motivata principalmente dalla presenza della Cappella di Nossa Senhora dos Aflitos.
Secondo il municipio, le lanterne sono state conservate nel resto del quartiere, preservando l’eredità dell’immigrazione giapponese.
La decisione ha cercato di bilanciare il rispetto dei diversi strati culturali presenti nel quartiere Liberdade, garantendo che la memoria di ciascun gruppo sia adeguatamente rappresentata.
Municipio di San Paolo in nota
L’Unione degli Amici della Capela dos Aflitos (UNAMCA), in un post sui social, ha sostenuto che le lampade ostruivano la vista della cappella e deformavano uno dei pochi luoghi di memoria indigena e nera del territorio.
L’UNAMCA sottolinea che l’isolato in cui si trova la cappella ospitava l’antico Cemitério dos Aflitos, un importante sito archeologico dove venivano sepolti indigeni, neri, schiavi e liberi.
Secondo l’ente, la presenza di lampade giapponesi è un simbolo dell’“orientalizzazione” del quartiere e che la rimozione delle lanterne è una richiesta di devoti, frequentatori abituali, indigeni e movimenti neri affinché la vista della Cappella sia non ostruito e per questo rispettata la storia del vicolo, che un tempo era il viale del cimitero.
Guarda come appare la facciata della Cappella senza le lanterne Suzuranto:
Cappella della Madonna degli Afflitti
Fondata nel 1779, al centro del Cemitério dos Aflitos, per celebrare messe in suffragio dei defunti, destinate agli emarginati come indigenti, schiavi e condannati a morte, la cappella rappresenta un’importante tappa nella storia della schiavitù e esclusione sociale in Brasile.
Con il divieto di sepoltura all’interno delle chiese e la costruzione del Cimitero di Consolação nel XIX secolo, il cimitero di Aflitos fu chiuso e l’area suddivisa. Nel corso degli anni la cappella ha sofferto la mancanza di manutenzione e un incendio, ma è stata restaurata nel 2011.
Il Cemitério dos Aflitos, fondato nel 1775, occupava un’area più ampia dell’attuale cappella e fu disattivato nel 1858 con l’apertura del Cemitério da Consolação.
Il Sito Archeologico del Cemitério dos Aflitos è stato inserito nella piattaforma di informazione e gestione del Patrimonio Culturale, gestita attraverso il Sistema Integrato di Conoscenza e Gestione (SICG), nel 2020.
Sul posto sono stati rinvenuti i resti di nove persone. Le analisi indicano che queste persone soffrivano di malattie e vivevano in condizioni precarie. Oltre alle ossa sono stati rinvenuti oggetti come bottoni e perle di vetro, che suggeriscono un collegamento con la cultura africana.
Il cimitero salva la memoria di un gruppo sociale emarginato e contribuisce alla comprensione della storia della schiavitù in Brasile. Iphan, in collaborazione con agenzie statali e municipali, lavora per preservare il sito e costruire un memoriale in onore delle persone ivi sepolte.
Nota del Comune di San Paolo:
“SP Regula informa che la sostituzione delle lampade nel Beco dos Aflitos, nel quartiere Liberdade, è stata una misura presa in risposta alla richiesta di entità legate al movimento nero, che hanno espresso preoccupazioni circa l’idoneità delle lanterne Suzuranto al contesto storico contesto della regione. Nell’impegno per la trasparenza e il dialogo con la società, sempre alla ricerca di soluzioni che rispettino la diversità della città, le lanterne, che fanno riferimento all’immigrazione giapponese, sono state considerate inadeguate per il luogo, poiché Beco dos Aflitos ospita la Cappella di Our Senhora dos Aflitos, un punto di riferimento storico dall’era della schiavitù in Brasile. La modifica è stata apportata prima del Black Awareness Day, ma le lanterne Suzuranto sono state conservate nel resto del quartiere, preservando l’eredità dell’immigrazione giapponese. La decisione ha cercato di bilanciare il rispetto dei diversi strati culturali presenti nel quartiere, garantendo che la memoria di ciascun gruppo sia adeguatamente rappresentata”.