La STF forma la maggioranza per mantenere Robinho arrestato per stupro – 22/11/2024 – Sport
La STF (Corte Suprema Federale) ha formato questo venerdì una maggioranza (22) per negare il rilascio dell’ex giocatore Robinho, detenuto a Tremembé, a San Paolo. Il processo si concluderà il 26 novembre.
Finora ci sono 6 voti contrari alla richiesta di scarcerazione e 1 a favore. Oltre al relatore, il ministro Luiz Fux, Luiz Edson Fachin, Luís Roberto Barroso, Cristiano Zanin, Cármen Lúcia e Alexandre de Moraes hanno votato per negare l’habeas corpus. Il ministro Gilmar Mendes è l’unico voto ottenuto finora.
Robinho è in carcere da otto mesi, condannato dai tribunali italiani per stupro di gruppo. La sentenza è stata approvata dalla STJ (Corte superiore di giustizia) a marzo. L’atleta nega l’accusa.
Sono due le richieste di habeas corpus presentate dai legali dell’ex giocatore sotto processo in tribunale. La prima è stata presentata poche ore dopo la decisione dell’STJ, per cercare di evitare l’arresto immediato. Due giorni dopo, un’altra richiesta è stata presentata alla Corte Suprema, sottolineando le illegalità nella conclusione dell’STJ.
In quest’ultimo caso non c’è ancora la maggioranza. Entrambi sono sotto lo stesso rapporto.
Nell’HC in cui c’è la maggioranza, l’ala maggioritaria è stata aperta dal ministro Luiz Fux, relatore del processo. Sostiene che Robinho potrebbe già essere arrestato perché la condanna è passata in giudicato nei tribunali italiani e, quindi, la difesa dell’ex giocatore non avrebbe più alcun ricorso contro la sentenza.
“La conseguenza della decisione di ratifica di una condanna straniera divenuta definitiva e inappellabile è, appunto, la determinazione dell’inizio immediato dell’esecuzione della pena, nel regime giuridico stabilito dalle leggi brasiliane”, afferma Fux nel suo voto.
Il ministro afferma che non vi è stata alcuna illegittimità nel trasferimento dell’esecuzione della pena dall’Italia al Brasile, come sostiene la difesa di Robinho.
“Permettendo che la condanna emessa dai tribunali di un altro paese, divenuta definitiva e inappellabile, venga eseguita in Brasile, si evita la necessità di un nuovo processo e di un processo per gli stessi fatti”, afferma.
Il dibattimento sul ricorso di Robinho è iniziato il 13 settembre nella sessione plenaria virtuale della Corte Suprema. Alla fine è stato interrotto a causa di una richiesta di revisione (più tempo per l’analisi) da parte di Gilmar Mendes.
Il ministro ha presentato il 15 il suo voto favorevole alla scarcerazione dell’ex giocatore. Gilmar spiega che l’approvazione della sentenza italiana e l’arresto di Robinho hanno avuto due problemi procedurali.
Il primo sarebbe la legalità dell’approvazione della condanna da parte dell’STJ. Secondo il ministro, la Legge sull’Immigrazione, che consente il trasferimento dell’esecuzione della pena in Brasile, è stata approvata nel 2017, mentre i crimini per i quali Robinho è stato condannato sono avvenuti prima, nel 2013.
“La legge sull’immigrazione rappresenta la verità innovazione della legge in peggio (nuova legge più severa), circostanza che, nel caso sottoposto a giudizio, ne esclude l’applicazione retroattiva, impedendo che venga accolta la richiesta di approvazione di una sentenza penale straniera al fine di consentire il previsto trasferimento dell’esecuzione della pena a scapito del paziente”, si legge.
Per questo il ministro sostiene che la giustizia brasiliana deve analizzare le accuse contro Robinho per portare avanti un nuovo processo sui reati già condannati in Italia.
L’altro motivo per accogliere la richiesta di scarcerazione dell’ex atleta, apprende Gilmar, è stato il fatto che la difesa poteva ancora presentare ricorso contro l’approvazione della sentenza in Brasile.
La giurisprudenza della Corte Suprema stabilisce che le sentenze entrano in vigore solo dopo che tutte le risorse del condannato sono state esaurite. Il ministro dice che la “liberazione immediata” di Robinho dovrebbe valere fino alla “decisione di approvazione definitiva, fermo restando il decreto sulle misure cautelari”.
Gilmar sottolinea che il suo voto a favore della libertà di Robinho non deve essere inteso come una messa in discussione dell’indagine delle autorità italiane o della commissione del delitto. Secondo il ministro i problemi sarebbero procedurali.
“La decisione da assumere nel caso di specie non deve in alcun modo confondersi con alcun giudizio di valore circa l’idoneità dell’azione penale esercitata in territorio italiano, né occorre ridiscutere la sussistenza, o meno, del reato attribuito al paziente”, dice.
Robinho è stato condannato dai tribunali italiani a nove anni di carcere per stupro di gruppo. L’ex giocatore è stato condannato in primo grado in Italia nel 2017. Il caso è continuato nel Paese fino al 2022, quando la sentenza è stata confermata dall’ultimo grado della Magistratura italiana.
Secondo l’indagine della Procura italiana, Robinho e altri cinque amici hanno commesso violenza sessuale di gruppo nei confronti della vittima, che è stata da loro ubriaca e, priva di sensi, portata nello spogliatoio dello stabilimento, dove è stata violentata più volte.
I delitti furono commessi nel 2013, quando l’atleta giocava nel Milan. Il brasiliano ha sempre negato lo stupro.
Condannato anche Ricardo Falco, amico del giocatore. Poiché avevano lasciato l’Italia durante le indagini, gli altri quattro uomini accusati di partecipazione all’atto non hanno potuto essere denunciati e il loro caso è stato separato dal processo.
La settimana in cui è stato arrestato, Robinho ha addirittura pubblicato sui suoi social un video in cui mostrava foto e stampe che, secondo lui, dimostrerebbero la sua innocenza in relazione al caso di stupro.
L’STJ, però, non ha analizzato se Robinho abbia commesso o meno il delitto, ma solo se debba scontare in Brasile la pena alla quale è stato condannato in Italia.