Lo studio rivela una crescente collaborazione tra le fazioni criminali locali in Sud America
Una ricerca, sviluppata congiuntamente dal Dialogo Interamericano, dalla Fundação FHC e dalla Scuola di Sicurezza Multidimensionale dell’USP, evidenzia la dinamica della criminalità nel territorio brasiliano
Un recente studio sulla pubblica sicurezza nel Brasile rivela un aumento significativo della collaborazione tra fazioni criminali locali e organizzazioni internazionali, soprattutto in America Latina. La ricerca, sviluppata congiuntamente dal Dialogo Interamericano, dalla Fondazione Fernando Henrique Cardoso (FHC) e la Scuola di Sicurezza Multidimensionale presso USPsi concentra sulle politiche di sicurezza in San Paolo e no Rio de Janeirosuggerendo approcci che rispettino i principi dello Stato di diritto democratico. Il rapporto sottolinea la crescente influenza dei cartelli della droga messicani, colombiani e albanesi sul territorio brasiliano. L’analisi evidenzia che la dinamica della criminalità in Sud America differisce da quella osservata in America Latina Messico e in America Centrale, dove i tassi di violenza sono più allarmanti.
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Lo studio indica che alcune zone del Brasile sono già sotto il controllo di fazioni che utilizzano tattiche di estorsione ed esercitano un’influenza sulla pubblica amministrazione, simili alle strategie delle bande criminali in America Centrale. Sérgio Fausto, rappresentante dell’Istituto Fernando Henrique Cardoso, parla dell’evoluzione di PCC (Primo Comando della Capitale), che ormai si comporta come un’organizzazione criminale transnazionale. Critica quello che chiama “discorso politicamente corretto”, che, secondo lui, rende difficile discutere il modo migliore per affrontare questa realtà. Fausto difende una maggiore collaborazione tra polizia, forze armate e servizi di intelligence, oltre al sostegno internazionale, per evitare che il Brasile si trovi ad affrontare una crisi simile a quella colombiana degli anni ’90.
Lo studio solleva anche preoccupazioni sulla regione amazzonica e sui suoi confini vulnerabili, che favoriscono le attività di fazioni criminali di diversi paesi. Leandro Piquet Carneiro, dell’USP, sottolinea l’importanza di mantenere l’autorità dello Stato sulle forze di sicurezza, citando esempi di fallimenti in altre nazioni. La proposta è quella di stabilire una più stretta cooperazione con i paesi vicini, come ad esempio Bolivia e Paraguayper rafforzare il controllo delle frontiere e preparare le squadre a combattere efficacemente la criminalità transnazionale.
*Rapporto prodotto con l’aiuto dell’intelligenza artificiale
Pubblicato da Matheus Oliveira