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Il Venezuela rilascia quasi 100 manifestanti arrestati durante le proteste svoltesi dopo le elezioni


Più di 2.000 persone sono state arrestate durante gli atti che hanno contestato la vittoria di Nicolás Maduro; Il pubblico ministero del paese ha annunciato la revisione di 225 casi

Ronald Peña/EFEI parenti dei prigionieri politici aspettano fuori dal centro di detenzione Casa de Justiça 431
Parenti di prigionieri politici aspettano fuori dal centro di detenzione Casa de Justiça 431 a Caracas

Almeno 93 persone erano state arrestate durante le proteste Venezuelache hanno fatto seguito alle elezioni di luglio, sono state rilasciate questo sabato (16). Il rilascio è avvenuto dopo che il pubblico ministero del paese ha annunciato la revisione di 225 casi. Alfredo Romero, direttore della ONG Foro Penal, ha confermato che “i prigionieri politici hanno cominciato a essere rilasciati fin dalle prime ore del mattino” e ha indicato che questo numero potrebbe aumentare. I rilasci si stanno realizzando in tre carceri: Crisalidas e Yare II, situate nello stato di Miranda, oltre a Tocorón, in Aragua.

A partire dalle proteste che si sono intensificate dopo la rielezione del Nicola Madurosono state arrestate più di 2.000 persone, tra cui 164 adolescenti, di cui 64 sono ancora in custodia. La revisione dei casi è stata chiesta dallo stesso Maduro, che ha chiesto la correzione dei processi che presentavano “errori procedurali”. Il procuratore generale del Venezuela, Tarek William Saab, ha dichiarato che coloro che non sono responsabili degli atti saranno sottoposti ad una nuova analisi della loro situazione.

Secondo i dati del Foro Penal, fino a giovedì scorso (14), nel Paese si trovavano 1.976 prigionieri politici, un numero allarmante che rappresenta il record più alto del XXI secolo in Venezuela e in tutta l’America. L’opposizione, guidata da María Corina Machado, ha denunciato che i detenuti versano in condizioni disumane e mancano di cure mediche adeguate.

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Giovedì, un esponente dell’opposizione di nome Jesús Manuel Martínez Medina è morto mentre era in custodia governativa. All’età di 36 anni, la sua morte è stata attribuita a problemi di salute, e la sua famiglia ha denunciato le condizioni inadeguate che ha dovuto affrontare durante la sua detenzione. María Corina Machado ha dichiarato che “è morto a causa delle condizioni disumane in cui è stato rapito”, sottolineando la grave situazione dei prigionieri politici nel Paese.

Pubblicato da Felipe Dantas

*Rapporto prodotto con l’aiuto dell’intelligenza artificiale





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Luca

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