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Scala 6×1: quali sono i prossimi passi del Congresso


La proposta di emendamento alla Costituzione (PEC) che prevede la fine della scala 6×1 – un giorno libero ogni sei giorni di lavoro – è stata uno dei temi più discussi sui social e ha generato dibattiti di diverso tipo.

Uno dei principali dubbi tra gli utenti dei social media è stato la comprensione dello stato di avanzamento della proposta e dei prossimi passi del Congresso Nazionale.

Il progetto, redatto dalla deputata federale Erika Hilton (PSOL-SP), ha già ricevuto il sostegno necessario per iniziare l’elaborazione al Congresso. Erano necessarie le firme di almeno 171 dei 513 deputati.

Sebbene sia già riuscita a raccogliere le firme necessarie per essere presentata formalmente, la PEC deve ancora attraversare diverse fasi legislative prima di diventare realtà.

Il primo passo dopo la raccolta delle firme è la presentazione ufficiale della PEC, che sarà poi analizzata dalla Commissione Costituzione, Giustizia e Cittadinanza (CCJ). Il CCJ ha il compito di valutare l’ammissibilità della proposta.

Successivamente passa attraverso apposite commissioni, che discutono nel merito e possono modificare il testo originario, puntando a miglioramenti o ad una maggiore possibilità di approvazione e sostegno interno tra i deputati.

La proposta dovrà passare attraverso una serie di audizioni pubbliche, dove sindacati, associazioni ed esperti saranno ascoltati per arricchire il dibattito e fornire input ai deputati per decidere.

Trattandosi di una proposta controversa, che riunisce numerosi sostenitori e critici, i dibattiti dovranno essere intensi e duraturi. Il testo conta già 231 firme, provenienti soprattutto da partiti interni alla base governativa.

Solo cinque deputati del Partito Liberale (PL), il più grande partito di opposizione al governo, hanno firmato la proposta.

La principale critica mossa da questi parlamentari è che, riducendo l’orario di lavoro, si avrebbe una conseguente diminuzione dei salari e della produttività, oltre a licenziamenti e tagli alla spesa.

Il presidente della Banca Centrale, Roberto Campos Neto, ha affermato che la proposta ridurrà la produttività e aumenterà il costo del lavoro.

Dopo l’analisi nelle commissioni, la PEC viene portata in plenaria della Camera, dove voteranno i deputati. L’approvazione dipende dal voto favorevole di 308 dei 513 deputati. Se approvata, la proposta andrà al Senato, dove subirà un processo simile.

In caso di disaccordo tra le due Camere, il PEC può passare attraverso un processo di aggiustamenti successivi, con nuove votazioni e valutazioni fino a quando entrambe le Camere non raggiungono un consenso sul testo finale.

Una volta approvata in via definitiva in entrambe le Camere, senza modifiche o dopo che le modifiche saranno state risolte, la PEC verrà promulgata.

Fine della scala 6×1: cosa dice la PEC che propone la modifica dell’orario di lavoro



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Luca

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