I fuggitivi 8/1 in Argentina non dovrebbero avere asilo, poiché sono entrati nel paese illegalmente, dice il professore a WW
La situazione dei brasiliani in fuga in Argentina, condannati per gli atti antidemocratici dell’8 gennaio, è “molto grave”, secondo la dottoressa Priscila Caneparo, specialista in diritto internazionale. Durante la sua partecipazione al Programma WW sulla CNN Brasile, il professore ha analizzato le implicazioni giuridiche del caso.
Secondo Caneparo, il fatto di essere entrati illegalmente in Argentina compromette notevolmente le possibilità che questi individui ottengano asilo politico. “Ciò può portare anche alla deportazione, che è l’allontanamento forzato di uno straniero a causa di una situazione migratoria irregolare”, ha spiegato.
Processo di valutazione della domanda di asilo
L’esperto ha chiarito che, sebbene i fuggitivi possano dichiararsi politicamente perseguitati quando chiedono asilo, esiste un rigoroso processo di valutazione. «C’è un intero comitato tecnico per valutare proprio questa richiesta, se rientri nella persecuzione politica o nella persecuzione basata sulla razza, sull’etnia, sulla cultura, sulla religione», ha affermato Caneparo.
Ha sottolineato che la semplice autodichiarazione non è sufficiente per garantire rifugio o asilo politico. “C’è infatti bisogno di corroborare questa autoaffermazione con prove concrete che queste persone vengono effettivamente perseguitate”, ha sottolineato il professore.
Prossimi passi legali
Per quanto riguarda i prossimi passi, Caneparo ha precisato che il processo coinvolge diversi enti governativi. Il Ministero della Giustizia brasiliano ha presentato la richiesta di estradizione al Ministero degli Affari Esteri argentino attraverso la Segreteria dei Beni e della Cooperazione Giuridica Internazionale.
Successivamente, il Ministero degli Affari Esteri argentino ha emesso una richiesta alla magistratura per individuare e detenere queste persone. Il professore ha sottolineato che, se verranno arrestati in Argentina, il tempo trascorso in detenzione verrà detratto dalla loro pena in Brasile.
«Saranno ovviamente ascoltati dal comitato tecnico sulla questione rifugio. Verrà accordata la difesa totale e il contraddittorio’, ha spiegato Caneparo. Dopo questo processo verrà emessa una sentenza che determinerà o meno l’estradizione.
L’esperta ha concluso affermando di ritenere “molto difficile, improbabile che si verifichi l’estradizione”, a causa delle eccezioni previste dal trattato per i richiedenti asilo che commettono atti contro lo Stato, e perché è improbabile che il comitato tecnico argentino considerarli politicamente perseguitati.