Nuove strategie terapeutiche mostrano risultati promettenti per il cancro alla prostata
Uno dei nuovi sviluppi sono i radiofarmaci, come il Radium-223, somministrato per via endovenosa, che emette microradiazioni e provoca la morte dei tumori metastatici della prostata che si depositano nelle ossa.
O cancro alla prostata È il tumore più comune tra gli uomini brasiliani – dopo il cancro della pelle non melanoma – con oltre 71mila nuovi casi registrati ogni anno. Generalmente è una malattia che non presenta sintomi nelle fasi iniziali. La diagnosi precoce è possibile con i test di screening (esplorazione rettale e PSA), consigliati in generale negli uomini dai 50 anni in su. In alcune situazioni, come per i soggetti di colore o con precedenti familiari, lo screening può essere suggerito con un po’ di anticipo. Pertanto, una conversazione con il medico è essenziale per stabilire metodi di prevenzione.
Il trattamento del cancro alla prostata, da quello iniziale a quello avanzato, è migliorato notevolmente negli ultimi anni. Abbiamo fatto progressi in radioterapiacon tecniche più avanzate e pochi effetti collaterali, nella chirurgia robotica e oncologia clinica, con nuovi farmaci che hanno aggiunto risultati molto più significativi al trattamento. Una di queste nuove strategie contro il cancro alla prostata sono i radiofarmaci. Tra questi, il medicinale chiamato Radium-223, somministrato per via endovenosa, agisce emettendo microradiazioni e provocando la morte dei tumori metastatici della prostata che si depositano nelle ossa.
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Questo farmaco è stato associato ad una maggiore longevità del paziente, a una migliore qualità della vita e a minori complicazioni ossee (dolore, frattura, compressione dei nervi) che possono verificarsi nei casi di metastasi. In generale è ben tollerato e il suo utilizzo è limitato ai pazienti che non rispondono più alla terapia ormonale e presentano metastasi ossee esclusive.
Più recentemente, altri farmaci di questa classe hanno iniziato ad essere utilizzati, come il lutezio-177, un farmaco radioattivo legato a una specifica proteina nella cellula maligna della prostata, chiamata PSMA, che ha mostrato risposte incoraggianti nei pazienti che hanno fallito diversi trattamenti. Questo medicinale – disponibile, per ora, solo nel sistema privato brasiliano – ha recentemente iniziato ad essere applicato nel Paese, rappresentando una nuova opzione per i pazienti affetti da cancro alla prostata.
Attualmente si stanno testando combinazioni di trattamenti per cercare di ottenere risultati migliori nei pazienti affetti da cancro. Uno studio condotto da ricercatori australiani e pubblicato sulla rivista Lancet Oncology ha analizzato 130 uomini che avevano già un cancro alla prostata metastatico al momento della diagnosi e che non avevano ancora ricevuto un trattamento ormonale.
Nello studio, il pazienti sono stati divisi in due gruppi: uno ha ricevuto il trattamento con lutezio-PSMA (radioterapia mirata) per due cicli ogni sei settimane, seguito da sei cicli di chemioterapia (docetaxel). L’altro gruppo ha ricevuto solo sei cicli di chemioterapia. I risultati hanno mostrato che, dopo un anno, il 41% dei pazienti che hanno ricevuto il trattamento combinato (lutezio-PSMA seguito da chemioterapia) ha ottenuto una risposta completa, cioè i livelli di PSA (proteina prodotta dalle cellule della prostata, che aiutano a monitorare il cancro in questo ghiandola) è rimasta non rilevabile. In confronto, solo il 16% dei pazienti che hanno ricevuto la sola chemioterapia ha ottenuto questo risultato.
I ricercatori hanno concluso che l’uso del radiofarmaco lutezio PSMA ha aumentato l’efficacia del trattamento contro il cancro della prostata metastatico ormono-sensibile rispetto alla sola chemioterapia, senza aumentare gli effetti collaterali. I recenti progressi nel trattamento del cancro alla prostata offrono una nuova prospettiva a migliaia di pazienti, soprattutto quelli negli stadi più avanzati della malattia. Tuttavia, la disponibilità ancora limitata di alcune di queste terapie nel sistema sanitario pubblico evidenzia la necessità di politiche che ne espandano l’accesso e garantiscano che più persone possano beneficiare di queste innovazioni.
*Dal Dott. Fernando Maluf – CRM DF 19718 I CRM SP 81930 I RQE 55569
Oncologo
Direttore Associato del Centro Oncologico della Beneficência Portuguesa a San Paolo
Membro del Comitato di Gestione del Centro Oncologico dell’Ospedale Israelita Albert Einstein
Fondatore del Beating Cancer Institute