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Continua a crescere la mortalità professionale: tra gennaio e settembre sale del 9% con 573 morti | Economia


La lotta agli infortuni sul lavoro è un compito sul quale convergono tutti gli agenti sociali. Tuttavia, sebbene la mortalità continui ad essere una forza spesso incontrollabile, le cause di questi incidenti definiscono l’impatto che le nuove forme di lavoro hanno sulla salute delle persone; allo stesso tempo danno concretezza alle rivendicazioni di gruppi di lavoratori che chiedono di poter anticipare la pensione facendo appello alla condizione difficile e pericolosa della loro attività. Gli ultimi a chiedere l’accesso a questi coefficienti di riduzione – già previsti per i lavoratori marittimi, i minatori o le Forze e i Corpi di Sicurezza dello Stato – sono stati i trasportatori, tre mesi dopo che il Ministero della Previdenza Sociale ha concordato con sindacati e datori di lavoro l’apertura del catalogo delle professioni con questo Giusto.

Le ultime statistiche offerte questo martedì dal Ministero del Lavoro, che comprendono gli infortuni sul lavoro avvenuti tra i mesi di gennaio e settembre, mostrano un leggero calo rispetto al totale dei risultati (minori, gravi e mortali) dello stesso periodo dell’anno. ex. Dai 468.075 allora registrati si è scesi a 467.318 – appena lo 0,16% in meno – anche se sono cresciute del 9,3% quelle con morte (da 524 a 573), sommando quelle avvenute sia durante la giornata lavorativa, come ad esempio in tournée (il viaggio tra casa e lavoro).

Il significativo aumento del numero totale degli occupati giustifica in parte questo incremento, sottolineano fonti del Lavoro. L’anno scorso è iniziato con poco più di 20 milioni di lavoratori, mentre il 2024 lo ha fatto con mezzo milione in più; ed è aumentato di un altro mezzo milione fino a settembre: la Social Security contava in quel mese 21.198.206 affiliati medi, ricordano.

Tuttavia, i registri del lavoro mostrano quali gruppi di lavoratori, e quindi quali attività professionali, continuano ad essere i più pericolosi. Gli autisti – o le persone che li accompagnano nel veicolo – sono i lavoratori che hanno subito più incidenti mortali nei primi nove mesi dell’anno: 178. Un dato che supera quello registrato un anno prima (170); e questo li pone solo dietro coloro che sono morti a causa di un infarto, un ictus o qualsiasi altra causa naturale (210). Anche questi risalgono a più di un anno fa (202).

Gli effetti che le avverse condizioni atmosferiche possono avere sui lavoratori è un’altra sezione che mostra se le norme approvate per tutelarli, e gli obblighi che le aziende devono recepire, stanno cambiando negli ultimi anni. In questa categoria i numeri sono stati ridotti.

I danni che hanno colpito la provincia di Valencia e altri territori del paese come riflesso dell’impatto delle piogge e delle basse temperature, così come del caldo estremo che accompagna alcuni periodi dell’anno, sono causa di molteplici incidenti sul lavoro. I dati di quest’anno non includono i decessi, solo 94 colpiti in modo lieve e uno gravemente colpito (sommando entrambe le categorie). Mentre nei primi nove mesi del 2023 tre persone sono morte a causa del caldo durante la giornata lavorativa.

Il profilo del lavoratore che subisce più infortuni sul lavoro è quello maschile di mezza età – lavorano di più e svolgono molte delle attività con più alto tasso di infortuni – tra i 45 e i 49 anni (anche se coloro che sono responsabili di più i decessi sono quelli tra i 55 ed i 49 anni 59); lavora nel settore dei servizi (anche se sono i lavoratori dell’agricoltura, della pesca, dell’edilizia, dell’industria manifatturiera e dei trasporti a subire il maggior numero di incidenti); Lavorano come dipendenti (anche se sono più numerosi degli autonomi, anche la loro incidenza è leggermente più alta); e risiede in Andalusia.

Urti e cadute

Come riflettono le statistiche degli ultimi anni, la modalità più comune con cui si verificano la maggior parte degli infortuni sul lavoro (quelli minori sono i più voluminosi) ha a che fare con un colpo contro un oggetto fermo o un lavoratore in movimento (126.806, uno su quattro incidenti); mentre quelli considerati gravi – quelli che possono causare lesioni permanenti o invalidità prolungata – si verificano per lo più a causa di cadute. Tralasciando le morti per cause naturali, molte di queste cadute sono quelle che continuano a causare, appunto, il maggior numero di morti.

Per quanto riguarda la forma o il contatto in cui si sono verificati gli infortuni, la maggior parte di essi sono stati il ​​risultato di uno sforzo eccessivo. Nonostante ciò, nell’ultimo anno questi si sono ridotti del 5% (da 124.632 a 117.913) e, per il secondo anno consecutivo, non si sono registrati decessi. Una percentuale simile alla riduzione degli incidenti causati da danni psicologici dovuti ad attentati o minacce, passati da 472 tra gennaio e settembre 2023, a 446 di quest’anno.



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Luca

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