Un round bianconero nel Campionato Brasiliano – 06/11/2024 – Juca Kfouri
Il Corinthians vive una settimana da campione, anche se è troppo tempo che non festeggia un titolo.
Certe vittorie hanno quella magia, e il semplice fatto di vincere il Derby non trasmette esattamente la sensazione.
Doveva essere una classica speciale, il che significava fare un grande passo avanti per evitare la retrocessione e, inoltre, ridurre le possibilità del rivale di diventare tre volte campione brasiliano.
Doveva anche essere sofferto, fino a sembrare impossibile, come è sembrato per 20, 30 minuti, in cui il Palmeiras ha schiacciato il Corinthians e ha lasciato più di 46mila tifosi a Itaquera con la sensazione che il gol dell’alviverde fosse imminente.
Poi il Palmeiras ha commesso un errore e Matheuzinho, raro lettore e raro lettore, Matheuzinho!, in una serata fantastica, ha dato il passaggio a Rodrigo Garro per aprire le marcature.
Ebbene, il resto della storia è più che noto e ha coronato un girone in cui tutto è andato così bene per quelli del Parque São Jorge che c’è chi sogna almeno un posto in Copa Sudamericana.
La prudenza consiglia di tenere d’occhio la fuga dalla retrocessione, ma raccomanda prudenza al gruppo di pazzi dopo il 2-0 sulla rivale.
La moderazione spetta solo ai Botafoguenses, perché quelli morsi dai serpenti hanno paura delle salsicce e chiamarli nevrotici è ridondante. Santa ridondanza, perché ci sono ragioni!
Alla sconfitta del Palmeiras è seguita la vittoria categorica sul Vasco, 3-0 fuori casa, davanti a 32mila tifosi allo stadio Nilton Santos.
I Cruzmaltinos non hanno nemmeno sussultato e dopo poco più di dieci minuti Glorioso era in vantaggio per 2-0, con bellissimi gol di Savarino e Luiz Henrique – e un’altra prestazione accattivante della squadra che gioca il miglior calcio del Brasile.
I sei punti che separano il leader dal vice-leader garantiscono che, a sei turni dalla fine, il Botafogo possa fare a meno di due di loro: un vantaggio ammirevole nella parte finale del campionato.
È stata davvero una notte per dimostrare che il 2023 fa parte del passato e di un trauma che non ha nulla a che vedere con la squadra attuale.
D’ora in poi, nel torneo nazionale, basterà seguire lo stesso percorso, senza dover forzare le mani, o i piedi, sui polpastrelli.
Se vincere il Brasileirão è un’impresa per soddisfare la stagione, nel caso dei bianconeri di Rio de Janeiro è tanto ma è poco, perché si innalza un altro valore più alto, come direbbe Luís de Camões, quello del vittoria senza precedenti della Libertadores.
Una sola partita, contro l’Atlético Mineiro, al Monumental de Núñez, a Buenos Aires, il 30 novembre, alle cinque del pomeriggio, come direbbe Federico García Lorca.
Sarà più difficile vincere il trofeo continentale, per quanto illogico possa sembrare trattandosi di una partita unica, che gestire le sei partite che restano nella competizione brasiliana: Cuiabá, Vitória e San Paolo in casa, Inter, Atlético Mineiro (di nuovo) e Palmeiras, in trasferta.
E perché?
Perché, oltre ad avere la migliore squadra e a presentare il miglior calcio, il Botafogo ha squadra e regolarità, ingredienti sufficienti per sollevare la coppa nazionale.
La finale contro Galo è imprevedibile, non c’è nessun favorito, si vince o si perde nei dettagli, negli imprevisti, un incidente cambia tutto.
Ma non è nemmeno il momento di pensarci.
Il momento è godersi il momento, godersi l’attesa della festa, spesso anche meglio della festa.
E se non ci fosse la festa?
Al diavolo la festa e lunga vita al Botafogo, la migliore squadra d’America.
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