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Il progetto sugli emendamenti non è conforme alla STF, afferma lo studio del Senato – 13/11/2024 – Power


Una nota tecnica della Consulenza di Bilancio dell’ Senato afferma che il disegno di legge approvato dalla Camera dei Deputati per fornire presumibilmente maggiore trasparenza emendamenti parlamentari non soddisfa “praticamente nessuno dei requisiti posti” dal STF (Supremo Tribunale Federale).

“Dei 14 criteri e parametri identificati, solo 3 sono sostanzialmente soddisfatti dalle disposizioni del progetto, e tuttavia questi due requisiti sono già inclusi nella normativa attuale”, si legge nello studio di 112 pagine.

Ad agosto il ministro Flavio Dino (STF) sospeso il pagamento degli emendamenti parlamentari e ha chiesto maggiore trasparenza al Congresso.

Per sbloccare i soldi è stata approvata una proposta di legge in materia Camera dei Deputati la scorsa settimana e inserito all’ordine del giorno di questo mercoledì (13) della plenaria del Senato. Il parere dell’attuale relatore, senatore Ângelo Coronel (PSD-BA), non è ancora stato rilasciato.

Secondo la nota tecnica del Senato, “malgrado le proteste retoriche di diversi articoli del progetto, restano inascoltate le due lacune fondamentali evidenziate nelle decisioni giurisdizionali: la rintracciabilità nell’origine degli emendamenti collettivi (e relative indicazioni) e nell’esecuzione delle storni straordinari (‘emendamenti Pix’)”.

La nota tecnica della Consulenza in materia di bilancio, ispezione e controllo del Senato è stata redatta su richiesta del senatore Flávio Arns (PSB-PR) sulla base del testo approvato dalla Camera. Il documento è stato messo a disposizione dei parlamentari lunedì (11) e ottenuto dal rapporto.

Secondo il progetto, ad esempio, gli “emendamenti Pix” continueranno ad essere trasmessi direttamente ai municipi. Anche se la PL obbliga il parlamentare a informare l’oggetto (vale a dire come spendere i soldi), non vi è alcun controllo o responsabilità dopo l’invio, il che non garantisce che il sindaco utilizzi la risorsa come indicato.

Gli emendamenti sono un modo con cui deputati e senatori possono inviare denaro per opere e progetti nelle loro basi elettorali e, così facendo, aumentare il loro capitale politico. IL La priorità del Congresso è servire le sue roccaforti elettoralie non le località con la domanda più alta del paese.

Secondo la valutazione della Consulta del Senato, il progetto non garantisce inoltre che le opere incompiute avranno, infatti, la priorità.

“Se non esiste una misura concreta affinché questa intenzione diventi realtà, non vi è alcun cambiamento concreto nella realtà attuale e, pertanto, questa disposizione dell’accordo rimane lettera morta”, si legge nel testo.

Il disegno di legge inoltre non migliora la trasparenza degli emendamenti della commissione, che sono stati rafforzati dal Congresso con il fine degli emendamenti del relatore, nel 2022. In teoria gli emendamenti vengono definiti oggi dalle commissioni tematiche di Camera e Senato. In pratica, deputati e senatori influenti scelgono dove stanziare i soldi, ma finiscono nascosti.

Il progetto, secondo la consulenza del Senato, innova anche, senza alcuna giustificazione, affermando che le commissioni devono approvare le nomine dei leader dei partiti, assumendo così un “ruolo meramente omologante”.

Per cercare di aumentare l’influenza del governo federale ed evitare la dispersione delle risorse, la Corte Suprema ha richiesto che gli emendamenti della commissione fossero assegnati a progetti di interesse nazionale o regionale, definiti di comune accordo tra il potere legislativo e quello esecutivo.

Secondo la nota tecnica, non determinando cosa si intenda per interesse nazionale o regionale, il progetto “consente a priori che qualsiasi stanziamento possa essere considerato valido al riguardo (anche se si tratta di interventi tipicamente comunali)”.

Secondo la Consulta del Senato, il disegno di legge non è ancora conforme all’accordo firmato dal Congresso con la Corte Suprema sugli emendamenti ai collegi statali – indicati (in teoria congiuntamente) dai deputati e senatori federali di ogni Stato e del Distretto Federale.

Lo studio precisa che il disegno di legge non impedisce l’individualizzazione degli emendamenti – come richiesto dalla STF – e ripete questa espressione solo “come norma programmatica”. La PL, si legge nella nota, definisce anche in senso lato i progetti di “strutturazione”, che libera “praticamente qualsiasi tipo di spesa”.



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Luca

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