La coda INSS cresce del 33% in 3 mesi e accumula 1,8 milioni di richieste
Secondo i dati pubblicati nel Bollettino statistico della previdenza sociale (Beps), la lista d’attesa per le prestazioni presso l’Istituto nazionale della previdenza sociale (INSS) è aumentata del 33% negli ultimi 3 mesi. Gli ordini sono passati da 1.353 milioni di giugno a 1.798 milioni di settembre.
Numeri in contrasto con il piano del ministro della Previdenza Sociale, Carlos Lupi, che si era posto l’obiettivo di ridurre i tempi di attesa in fila a 30 giorni in media entro la fine di quest’anno.
Nel mese di giugno il tempo medio per la concessione del beneficio è stato di 39 giorni. A settembre, questa volta è aumentata a 41 giorni.
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È stato anche nel mese di giugno che l’INSS ha smesso di dettagliare i numeri delle liste di attesa sul Portale della Trasparenza.
Oltre alle instabilità del sistema, il ritardo nell’analisi delle richieste potrebbe essere legato allo sciopero dei dipendenti dell’INSS e degli esperti medici.
Ritardo per Stato
Lo Stato con i tempi di attesa più lunghi per la concessione del beneficio è Amapá, che ha impiegato, in media, 92 giorni per ottenerlo. Segue Rondônia, con un tempo di attesa medio di 89 giorni.
Al terzo posto c’è lo stato di Tocantins, con 88 giorni di attesa in media.
Lo Stato che ha dimostrato la maggiore agilità nel concedere il beneficio dell’INSS è stato San Paolo, con un’attesa media di 30 giorni. Lo Stato è seguito dal Distretto Federale e da Santa Catarina, entrambi con un tempo medio di 32 giorni.
Uscite per regione
La regione del Paese che ha rilasciato i maggiori benefici a settembre è stata il Sud-Est. Sono state approvate 222.753 prestazioni, che corrispondono al 42,39% del valore di tutte le prestazioni erogate nel Paese.
La seconda regione con più benefici concessi è stata il Sud, con 105.224 rilasci. Il Midwest ne ha rilasciati 122.801 e il Nord-est 91.892. Al Nord nel mese di settembre sono state concesse 26.853 prestazioni INSS.
Si prevede che il numero dei pensionati raddoppierà in 30 anni
Uno studio pubblicato dall’Istituto di ricerca economica applicata (IPEA), nell’aprile di quest’anno, mostra che il Brasile avrà più beneficiari della previdenza sociale che contribuenti dell’INSS dal 2051 in poi.
Secondo l’indagine è in atto un “processo di invecchiamento rapido e intenso della popolazione” e la popolazione anziana raddoppierà entro 30 anni.