Il Parlamento vieta gli appalti pubblici alle aziende che operano in paesi ostili
78 deputati hanno votato a favore degli emendamenti alla Legge sugli appalti pubblici nel campo della difesa e della sicurezza e alla Legge sugli appalti nel campo della gestione delle acque, dell’energia, dei trasporti e dei servizi postali, con 6 astensioni, mentre nessun deputato ha votato contro.
Secondo Ieva Pakarklytė, l’adozione delle proposte di legge garantirà che i fornitori che partecipano agli appalti pubblici non svolgano attività commerciali in uno Stato aggressore o nella sua zona d’influenza, contribuendo così a rimpinguare i loro bilanci sotto forma di tasse. Secondo i dati dell’anno scorso, le aziende di questo tipo erano 140.
Si tratta di società che operano in Russia e nella Crimea annessa, in Bielorussia, in Transnistria, che non è controllata dal governo moldavo, e in Abkhazia e Ossezia del Sud, che non sono controllate dal governo di Sakartvel.
La relazione introduttiva alle bozze sottolinea l’obiettivo di garantire la coerenza del quadro giuridico allineando gli emendamenti alla disposizione della Legge sugli appalti pubblici, entrata in vigore il 21 giugno, che dà il diritto di escludere le imprese dalla partecipazione alle gare pubbliche.