La Procura esamina il caso dello yacht affondato: perché il capitano si è rifiutato di testimoniare?
Il capitano dello yacht Bayesia, affondato lunedì scorso al largo delle coste siciliane, si è avvalso della facoltà di non rispondere. Il suo avvocato ha dichiarato martedì. TASR ha preso le informazioni da Reuters.
La procura sta indagando sul capitano, il neozelandese James Cutfield, 51 anni, in relazione a possibili omicidi colposi nel naufragio. Secondo la legge italiana, un’indagine di questo tipo non può portare a un’incriminazione.
“Il capitano ha esercitato il suo diritto di rimanere in silenzio per due motivi fondamentali”. ha dichiarato ai giornalisti il suo avvocato Giovanni Rizzuti. “Prima di tutto, è molto esausto. In secondo luogo, il caso mi è stato assegnato solo lunedì e per una difesa approfondita e adeguata abbiamo bisogno di maggiori informazioni, che al momento non abbiamo”.
A bordo dello yacht affondato c’erano 22 persone, 15 delle quali sono state salvate. Il miliardario britannico Mike Lynch e sua figlia sono tra le vittime. Sua moglie e Cutfield erano tra i quindici salvati.
La procura ha dichiarato che le indagini sull’incidente richiederanno tempo e che il relitto dovrà essere recuperato dal mare. La Bayesian giace attualmente a circa 50 metri di profondità.