Perché abbiamo le vertigini quando ci alziamo bruscamente?
Raddrizzare rapidamente il corpo può causare sensazioni spiacevoli, che nella maggior parte dei casi non sono pericolose e non hanno nemmeno una causa grave. Se invece le vertigini sono troppo frequenti, può essere opportuno rivolgersi a un medico. Ad esempio, potrebbe essere un precursore della demenza.
Alzarsi rapidamente dopo essere stati seduti o sdraiati per lungo tempo può provocare vertigini e persino il cosiddetto collasso ortostatico, che non esclude nemmeno lo svenimento.
Una situazione del genere è già pericolosa, perché è difficile evitare possibili lesioni. Perché si verifica l’ipotensione ortostatica e come possiamo prevenirla? Ed è possibile?
Il problema della pressione bassa è spiegato anche in un video su youtube di TopTrendingCZ:
Fonte: Youtube
Non c’è abbastanza ossigeno per il cervello
L’ipotensione ortostatica è un rapido calo della pressione arteriosa che provoca un apporto insufficiente di sangue al cervello e quindi un’alterazione dell’ossigenazione e dell’apporto di sostanze nutritive. Questo fenomeno provoca vertigini, sensazione di stordimento, visione offuscata e persino il già citato svenimento.
Un rapido cambiamento per il cuore
Il motivo è semplice: quando siamo a riposo, seduti o sdraiati, il cuore non deve lavorare tanto per “recuperare” il sangue che arriva ai punti più alti, cioè al cervello. Il cuore non è preparato al rapido cambiamento di posizione da orizzontale a verticale. Inoltre, il sangue tende a ristagnare nella parte inferiore del corpo a causa della gravità.
Il disagio scomparirà presto
In pochi secondi, il corpo deve riprogrammarsi, aumentare la frequenza cardiaca e restringere i vasi sanguigni. Sebbene tutto questo avvenga molto rapidamente, c’è un ritardo: è il momento in cui possiamo avere uno strabismo davanti agli occhi e altre esperienze spiacevoli. Anche se di solito scompaiono nel giro di pochi secondi, queste manifestazioni più frequenti possono indicare alcuni problemi con cui non dovremmo scherzare.
Alcune persone sono più suscettibili
Che cos’è? Non solo le persone anziane, che non hanno più pareti vascolari elastiche come quelle dei giovani, sono più suscettibili all’ipotensione ortostatica, ma anche coloro che non sono molto attenti a bere. Quindi, se si verifica questa condizione, pensate all’ultima volta che avete bevuto e soprattutto alla quantità di liquidi che bevete ogni giorno. Potrebbe essere necessario porre rimedio a questa situazione.
Cosa può succedere?
Mentre la carenza di liquidi è relativamente facile da risolvere, altre possibili cause richiedono il parere del medico. È possibile che la persona soffra da tempo di pressione bassa o che abbia reagito in questo modo ai farmaci prescritti dal medico senza rendersi conto del collegamento.
Secondo studi scientifici condotti a partire dagli anni ’80, questo fenomeno sembra essere collegato anche a una maggiore probabilità di sviluppare in seguito la demenza. Tuttavia, non è ancora possibile stabilire con esattezza se la futura malattia, per il momento nascosta, sia la causa dell’ipertensione ortostatica o se, al contrario, questi eventi portino più tardi alla demenza. Secondo i medici, però, un legame c’è.
Prevenire i problemi
Sapendo perché e come si verifica l’ipotensione ortostatica, possiamo certamente dedurre i modi per prevenirla. Il primo e più importante è alzarsi lentamente, cosa che può essere consigliata soprattutto agli anziani e a chi soffre di pressione bassa.
Un altro punto importante è l’assunzione sufficiente di liquidi e, naturalmente, il rispetto di uno stile di vita sano, che in generale rafforza l’organismo e lo mantiene in buone condizioni.
Non vergognatevi di consultare un medico
Uno o pochi episodi di questo tipo per un lungo periodo di tempo possono non destare grande preoccupazione, ma se sono più frequenti o se si verifica una perdita di coscienza, informate il vostro medico di famiglia. Il medico vi consiglierà o vi indirizzerà a una clinica specializzata per ulteriori indagini.
Fonti: www.heart.org, www.health.harvard.edu, my.clevelclinic.org